Il 1733 casi positivi al coronavirus identificati ieri rappresentano il valore massimo registrato in tutta la fase 2. Per trovare un giorno con così tanti casi bisogna risalire al 2 maggio, quando se ne erano individuati 1900. Da allora, va detto, è aumentato molto il numero di tamponi effettuati giornalmente che nelle ultime 24 ore sono stati 113 mila. Con i dati di ieri, la media giornaliera dei nuovi casi calcolata su 7 giorni sale a 1319 casi. Gli 11 decessi registrati per ora non segnalano particolari variazioni, ma portano il conto delle vittime al drammatico totale di 35518 morti. Oltre alle persone con sintomi lievi o asintomatiche, risultano ricoverate 103 persone in più di ieri: ora in totale sono 1728, di cui 121 nei reparti di terapia intensiva che, secondo una dichiarazione del ministro Boccia a La7, dispongono attualmente di circa 6700 posti letto.

L’AUMENTO dei casi si concentra soprattutto in Lombardia, risalita a 337 casi giornalieri, e in Veneto (273). Secondo il report settimanale elaborato dalla cabina di regia del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, solo il 27% dei casi viene rilevato attraverso i sintomi, cioè con gli stessi protocolli seguiti durante la fase 1. Il resto dei positivi emerge soprattutto dalle campagne di screening (39%) e dalle attività di contact tracing (29%). Questo spiega almeno in parte perché decessi e ricoveri rimangano tutto sommato sotto controllo in termini assoluti anche se i nuovi casi sono in aumento. Secondo lo stesso report, l’indice di trasmissione virale Rt a livello nazionale è tornato a 1,18, cioè al di sopra della soglia di sicurezza 1. Dato che l’indice viene calcolato sui soli casi sintomatici, significa che il virus ha effettivamente accelerato la sua circolazione e che i nuovi casi non possono spiegarsi solo con l’aumento dei tamponi. «In Italia, come in Europa e globalmente, si è verificata una transizione epidemiologica dell’epidemia da SARS-CoV-2 con un forte abbassamento dell’età mediana della popolazione che contrae l’infezione» scrive il documento degli epidemiologi. «L’età mediana dei casi diagnosticati nell’ultima settimana è di 32 anni, in leggero aumento rispetto alla settimana scorsa. La circolazione avviene oggi con maggiore frequenza nelle fasce di età più giovani, in un contesto di avanzata riapertura delle attività commerciali (inclusi luoghi di aggregazione) e di aumentata mobilità».

IL MONITORAGGIO si riferisce alla settimana 24-30 agosto in cui sono stati identificati «1799 focolai di cui 649 nuovi»: erano stati 1374 e 490 rispettivamente nella settimana precedente. «Questo comporta un sempre maggiore impegno dei servizi territoriali nelle attività di ricerca dei contatti che sono riusciti finora a contenere la trasmissione locale del virus», scrivono gli epidemiologi. Ma l’emergenza di così tanti nuovi focolai, non tutti addebitabili a rientri dall’estero o a spostamenti, suggerisce una circolazione “sotterranea” del coronavirus. A livello regionale, sono sei le regioni con un indice di trasmissione Rt sopra la soglia di sicurezza: Sardegna (1,99), Friuli-Venezia Giulia (1,18), Abruzzo (1,14), Puglia (1,08), Toscana (1,05) e Campania (1). Le autorità sanitarie preparano la rete di sorveglianza sanitaria per l’autunno. Sul fronte interno, l’Agenzia Italiana del Farmaco consiglia di anticipare all’inizio di ottobre la campagna di vaccinazione anti-influenzale.

IL MINISTRO della salute Roberto Speranza pensa alle frontiere, con test rapidi da disporre nei principali aeroporti europei. «Fatti in spirito di reciprocità, possono evitare misure più drastiche quali chiusure generalizzate delle frontiere». È stata questa la proposta italiana alla riunione del consiglio informale dei ministri dell’Unione Europea, dove la Commissaria europea alla salute Stella Kyriakides ha presentato un sistema di regole comuni a livello europeo per le misure restrittive da adottare negli spostamenti tra stato e stato. «La cacofonia delle regole nazionali in Unione europea è assordante», ha detto Kyriakides. La commissaria proporrà all’Unione di adottare un criterio comune con tre livelli di sicurezza (verde, arancione e rosso) che facciano scattare automaticamente quarantene e tamponi obbligatori per i viaggiatori.