La Commissione europea, anche se la sanità non è di diretta competenza della Ue, ormai «lavora su tutti i fronti per sostenere la lotta contro l’epidemia di Covid-19», che in Europa ieri aveva causato complessivamente già 38 morti e 2.100 infezioni. Il rischio è passato da moderato a «alto», ha affermato ieri il Centro europeo di prevenzione e di controllo delle malattie, che per la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, «in pratica significa il virus sta continuando a diffondersi», che «la situazione è molto complessa» e c’è bisogno di «un forte coordinamento ad ogni livello».

DI FRONTE ALLE CRITICHE, che non sono mancate, per l’assenza della Ue nel momento della crisi, la Commissione ha tenuto ieri a sottolineare i suoi interventi: si tratta di «coordinazione in corso con gli stati membri per condividere le informazioni, valutare i bisogni e garantire una reazione coerente su scala Ue». C’è anche un finanziamento Ue per la ricerca attraverso il meccanismo di protezione civile, la fornitura alla Cina di 30,5 tonnellate di materiale medico d’emergenza «per lottare contro l’epidemia alla fonte».

La Ue, oltre ad aver coordinato i rimpatri dalla Cina all’inizio della crisi (3 milioni di euro, 447 cittadini rientrati, istituzione di un centro di coordinamento che funziona 24 ore su 24 7 giorni su 7), ha messo a disposizione un finanziamento di 232 milioni di euro, distribuiti tra Oms, aiuti all’Africa e contributi per la diagnostica.

Una task force è formata dal centro europeo di prevenzione e di controllo delle malattie (Ecdc), dall’Agenzia europea del farmaco (Ema), e dall’Agenzia dell’Ue per la sicurezza aera (Aesa) come supporto tecnico per la valutazione dei rischi, l’armonizzazione della diagnostica per individuare i casi sospetti, la prevenzione e il controllo dell’infezione, la gestione dei punti d’entrata nella Ue e le raccomandazioni per il settore aereo. Per la Commissione, «il livello globale di preparazione è buono» nella Ue, «perché i paesi hanno messo in atto delle misure di reazione» sia all’interno della zona che per attenuare nuove trasmissioni del virus dall’esterno.

Gli sforzi Ue sono anche concentrati sulla ricerca scientifica. Ieri, Francia, Germania e Gran Bretagna hanno stanziato congiuntamente un aiuto all’Iran, che è tra i paesi più colpiti.

QUELLO CHE PREOCCUPA Bruxelles sono le conseguenze economiche. Solo a maggio la Commissione modificherà le previsioni per l’anno in corso e il 2021 alla luce degli sviluppi del Coronavirus, domani ci sarà una teleconferenza tra i ministri delle Finanze della zona euro, ma eventuali decisioni a favore di uno stimolo fiscale, evocate ieri dal commissario Paolo Gentiloni, non saranno confermate prima dell’Eurogruppo del 16 marzo (Germania e Olanda già frenano, mentre la Bce invita questi due paesi che se lo possono permettere ad aumentare la spesa pubblica).

IERI L’ULTIMO OUTLOOK dell’Ocse, l’organizzazione delle principali economie di mercato, ha confermato la preoccupazione: «Codiv-19, l’economia mondiale a rischio» affermano gli economisti del Chateau de la Muette. «Il rischio virus dà un ulteriore colpo all’economia globale già indebolita da tensioni commerciali e politiche – ha spiegato Laurence Boone, capo-economista, in una video-conferenza di presentazione dell’Outlook (che ha sostituito la conferenza stampa in situ) – i governi devono agire immediatamente per contenere l’epidemia e provvedere sostegni a famiglie e business più colpiti». L’Ocse indica che ci sono «minacce di recessione», in particolare nella zona euro e in Giappone, e ha rivisto al ribasso le previsioni: nella versione più ottimista, l’economia mondiale rallenterà da un +2,9% a una crescita del 2,4%, l’Eurozona cadrebbe allo 0,8% (con l’Italia a crescita zero).

MA NELL’IPOTESI più pessimista la crescita mondiale potrebbe ridursi a un +1,5%. L’Ocse suggerisce di “agire a livello multilaterale”. Ieri, i ministri delle Finanze del G7 hanno tenuto una teleconferenza per coordinare le risposte alla crisi. I settori più a rischio per il momento sono il turismo, l’auto e l’elettronica. La Iata ha lanciato l’allarme sul crollo delle prenotazioni aeree. «Non si può scartare una recessione» ha confermato l’economista dell’Ofce, Mathieu Plane.