Mancano solo sei giorni all’insediamento di Joe Biden, ma il ciclo delle notizie è ancora monopolizzato dalle vicende legate a Trump.

Il suo secondo impeachment è in attesa di un processo al Senato, ma i corrispondenti dalla Casa Bianca riferiscono che The Donald ha trascorso gran parte della giornata di ieri a fare selfie con il personale amministrativo, sempre senza avere ancora ammesso esplicitamente di aver perso le elezioni e senza occuparsi dello tsunami che non ha investito solo lui, ma tutto il suo partito.

I DUBBI DEI DEM

Dopo che mercoledì la Camera ha messo sotto accusa Trump, i democratici hanno espresso una serie di accuse secondo cui dei loro colleghi del Gop potrebbero aver cospirato con i rivoltosi nel tentativo di ribaltare il risultato delle elezioni perse da Donald Trump.

Al momento più di una dozzina di agenti di polizia del Campidoglio sono oggetto di indagini interne per presunta assistenza ai rivoltosi, ma gli investigatori hanno fatto sapere che almeno uno degli organizzatori della protesta ha detto di essersi coordinato con tre repubblicani della Camera, e ci sono accuse, per ora non verificate, di una missione di “ricognizione” del Campidoglio, avvenuta il giorno prima dell’attacco.

La deputata dem Mikie Sherrill durante una diretta Facebook ha detto di aver visto colleghi repubblicani “che il 5 gennaio portavano in giro dei gruppi al Campidoglio a mo’ di ricognizione per il giorno successivo. E il 6 incitavano questa folla violenta”.

La deputata dem Mikie Sherrill, foto Ap

Insieme ad altri democratici Sherrill ha inviato una lettera ai funzionari della sicurezza del Congresso, chiedendo di indagare su ciò che ha definito un “comportamento sospetto, e su l’accesso dato ai visitatori” il giorno prima dell’attacco.

Nella lettera si spiega che i deputati democratici e il personale il 5 gennaio “hanno assistito a un numero estremamente elevato di visite al Campidoglio da parte di gruppi esterni”, il che è insolito, visto che l’edificio da marzo ha limitato l’accesso del pubblico, quando sono stati emanati i protocolli per la pandemia. Da allora, i turisti possono entrare in Campidoglio solo se portati da un membro del Congresso.

Tra i visitatori, secondo la lettera dei Democratici, c’erano alcuni che “sembrano essere associati alla manifestazione”. Sherrill e gli altri democratici hanno chiesto di esaminare eventuali registri, video e software di riconoscimento facciale per identificare i visitatori e determinare se possono essere abbinati a coloro che hanno preso d’assalto il Campidoglio.

La deputata Debbie Wasserman Schultz è andata oltre, e in un’intervista ha detto: “So che, sì, c’erano membri che hanno dato tour a persone che hanno partecipato alla rivolta. Quello che non so è se erano a conoscenza di quali erano i loro piani per il giorno successivo”.

ALCUNI NOMI NOTI

I democratici non hanno fatto pubblicamente i nomi di quelli che sospettano abbiano fatto fare questi tour di ricognizione del Campidoglio ma negli ultimi giorni, una manciata di nomi di deputati repubblicani sono emersi a causa del sostegno che avevano dato alle manifestazioni del 6.

Ad aiutare queste speculazioni sono arrivate le dichiarazione dell’organizzatore del movimento “Stop the Steal”, Ali Alexander, che ha affermato che tre repubblicani della Camera, Paul Gosar, Andy Biggs, e Mo Brooks, lo avevano aiutato a pianificare la sua manifestazione di Washington,

Washington, manifestazione Stop the steal, foto di Ap

I leader più conservatori del Gop mon l’hanno presa bene, e si sono difesi dalle accuse mosse dai Democratici in modo bizzarro, accusando il partito di maggioranza di promuovere una “cultura dell’annullamento e della cancellazione del pensiero conservatore”.