Guida pettegola al Settecento Francese (Sellerio) è un saggio in cui la studiosa del XVIII secolo, Francesca Sgorbati Bosi, dedica alla Moda un intero capitolo. Informato e divertente, il saggio racconta un secolo fondamentale per la cultura moderna attraverso il gossip, strumento del potere inventato nelle Corti reali, stesso luogo dove è nata la moda. «La moda, pervasiva e ossessiva come la conosciamo noi, nacque nel Settecento.

Persino l’espressione à la mode nasce in quel secolo ed era l’abbreviazione di à la moderne», scrive Sgorbati Bosi. Attraverso molti episodi di ripicche, dispetti e impertinenze scatenate dalla moda e dai suoi protagonisti, lo studio fa capire come la moda abbia conservato fino a oggi tutti i pregi e tutti i difetti della sua nascita, compresi i meccanismi di promozione. Il Re Sole Luigi XIV, per esempio, usò la moda «per consolidare il suo potere» imponendo alla Corte un abbigliamento costosissimo in modo che i suoi cortigiani non avessero risorse per finanziare progetti di opposizione e di rivolta alla sua Maestà.

Il meccanismo permise la nascita di sarti, parrucchieri, calzolai, profumieri che diventarono delle star in grado di rifiutare i loro servizi ai nomi più importanti della nobiltà. Come Rose Bertin, la sarta ufficiale di Marie Antoinette, conosciuta con il titolo di Ministra della moda che governava dal suo negozio Grand Mogol di rue Saint-Honoré: essere ricevute personalmente da lei era motivo di vanto. O come la nascita dei testimonial, mestiere oggi molto remunerato, di cui la duchessa di Chartres fu pioniera involontaria: «bastava far indossare la nuova creazione alla persona giusta e tutta Parigi l’avrebbe imitata», scrive Bosi. E poi: «Le donne ordinarie si vestono sempre come usava il giorno prima, Madame de Blot solo come userà domani». E così, di pettegolezzo in pettegolezzo, si viene a scoprire che il meccanismo della moda di oggi ha le sue basi storiche nel secolo dei Lumi.

Anche Voltaire alimentava e propagandava consapevolmente sia il lancio delle mode sia i divismi di chi le faceva e di chi le comprava. E se il potere e i capricci della Bertin sono paragonabili a quelli degli stilisti di oggi, la regina Marie Antoinette e la duchessa de Chartres sono le antesignane delle socialites e delle dive da red carpet, oggi assoldate da tutti i marchi globali: basta una loro foto per far vendere il modello che indossano. Come oggi, anche allora la moda non riguardava solo l’abbigliamento. Tutto deve essere alla moda: il comportamento, il parlare, le frequentazioni, il pensiero. Nel 700, la situazione raggiunse livelli paradossali, e solo la Rivoluzione del 1789, che a sua volta fece nascere un’altra moda a partire dall’abito patriottico bianco, rosso e blu pubblicato sul Journal de la moda e du Gout già nel 1790, mischiò le carte. Quello che non è ancora riuscito all’attuale crisi-guerra mondiale, in cui la moda continua a prosperare con tutti i tic del Novecento.

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