Due giorni ancora a partire da oggi. Facce stanche, occhiaie scure altrochè quelle di Marion Cotillard versione operaia per i Dardenne di Due giorni, una notte. I fetard, i festaioli, si riconoscono dall’occhiale nero notturno esibito contrariando i bodyguard all’entrata del Palais, e l’attenzione in calo.

Giù nei sotterranei del Palazzo del cinema, il Mercato è un altro mondo. Si fanno affari a Cannes? Pare di sì, comunque per vendere o per comprare, per montare una produzione, cercare partner o distributori è ancora una tappa obbligata. Nonostante la crisi. Tra i corridoi ovattati e gli stand bianchi in riva al mare si parla di business, si pensa giá ai prossimi festival, Mostra di Venezia in testa, le combinazioni del mercato possibili. Anche se nei giorni passati il mercato francese ha lanciato il suo allarme. Spettatori in calo, e a peggiorare le cose, le questioni più scottanti, vedi i contratti degli intermittenti non sono state risolte. Certo è che la stampa nazionale si occupa moltissimo del prodotto interno e lo sostiene, specie se «branchè». Devo dire che fa un certo effetto vedere nelle sezioni «parallele» leggendo le stellette dei voti sui diversi quotidiani del festval, quanto siano disertate dai francesi le proiezioni dei film non «alla moda» o non francesi. Ne è in buon esempio il caso di Amor fou, il film di Jessica Hausner, tra i migliori della selezione ufficiale. Solo un giornalista lo ha visto.

Siamo già nel mondo di sopra a questo punto, nelle sale del cartellone festivaliero frequentate dai media – e non solo – dove si combatte quotidianamente con le file dei controlli nelle borse, direi il solo festival al mondo che prevede questa modalitá. Qui invece è già cominciato il gioco delle Palme. Chi vincerà sabato prossimo, prima della scommessa europea? Manca ancora qualche titolo – Dolan, Assayas, Loach e naturalmente Godard – ma nella classifica stilata con la critica francese dal quotidiano di Le film francaise – vincitori per ora sono i fratelli Dardenne, seguiti dall’amatissimo oltralpe Nuri Bilge Ceylan con Winter Sleep. Molto amato amche Saint Laurent di Bonello, naturalmente.

Primo posto per Ceylan però pure nelle stellette della stampa straniera raccolte da quotidiano di Screen. Si farà conquistare dal maschile in bilico come metafora della Turchia in crisi la presidente della giuria Jane Campion? Staremo a vedere.

Ps. Negli «slot» della stampa mondiale spicca anche Le meraviglie di Alice Rohrwacher. Evviva.