Due buone notizie per Nicola Cosentino in meno di un mese. L’ex sottosegretario all’economia e coordinatore campano del Pdl ieri ha portato a casa la decisione dei giudici del tribunale del Riesame di Napoli, che hanno annullato per “mancanza di gravi indizi” l’accusa di corruzione nel procedimento in corso presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere: secondo i pm, Cosentino avrebbe pagato un funzionario dell’Ufficio tecnico comunale di Casal di Principe per ottenere una variante al piano regolatore in vista della costruzione di un centro commerciale, poi mai realizzato. Già caduta l’accusa di falso, a carico resta solo l’imputazione di reimpiego di capitali illeciti aggravato dall’avere agito per favorire un clan camorristico.

Si tratta dell’inchiesta della procura partenopea “Il Principe e la scheda ballerina”: il procedimento è in corso nel tribunale sammaritano e riguarda il presunto reimpiego dei soldi dei Casalesi nella costruzione del megastore Il Principe. Il collaboratore di giustizia Luigi Diana aveva raccontato: “Cosentino, anche se ormai un politico di livello nazionale, ha interessi patrimoniali ed economici a Casal di Principe e dintorni, dove in effetti ha le sue aziende, i suoi immobili e comunque politicamente è il suo bacino elettorale”. La famiglia del politico Pdl avrebbe sponsorizzato l’affare per incassare la rivalutazione dei suoli con la nuova destinazione d’uso. Per questo Cosentino avrebbe corrotto il funzionario dell’ufficio tecnico, Mario Cacciapuoti, per eseguire una variante al piano regolatore. La realizzazione del centro commerciale sarebbe poi stata affidata alle ditte vicine al clan dei Casalesi.

La prima buona notizia era arrivata il 26 luglio scorso, quando era scattato il provvedimento di scarcerazione per l’ex deputato, che aveva potuto lasciare il penitenziario di Secondigliano dopo oltre 130 giorni di detenzione per l’altro processo in cui è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Cosentino si trova attualmente agli arresti domiciliari in una villa con piscina a Sesto Campano, provincia di Isernia. Misura cautelare che gli deriva proprio dal procedimento “Il Principe e la scheda ballerina”: i giudici hanno disposto il divieto di soggiorno in Campania e nel Lazio, così la scelta è caduta sul Molise. La porta della cella si è aperta grazie alla Corte di Cassazione, che il 27 giugno ha annullato l’ordinanza del Riesame di Napoli. Per i magistrati napoletani era irrilevante la circostanza che Cosentino non fosse più parlamentare, avrebbe comunque potuto condizionare le scelte politiche locali favorendo i Casalesi. Per gli ermellini, invece, “le organizzazioni camorristico-mafiose non hanno interesse a servirsi di politici bruciati”.

Quanto l’argomento sia complicato lo dimostra l’andamento dell’altro processo in corso a Santa Maria Capua Vetere, che ruota intorno all’ex consorzio casertano per lo smaltimento dei rifiuti Eco4: secondo i pentiti sarebbe stato di fatto gestito da Cosentino, vero dominus dell’immenso affare immondizia in associazione con le cosche casertane. Certo Nick O’ Mericano, come lo chiamano a Casal di Principe, sembra un politico bruciato dopo la mancata candidatura alle scorse politiche. Però il primo luglio scorso il collaboratore di giustizia Pietro Amodio non si è presentato all’udienza del processo a carico dell’ex sottosegretario. Contattato al cellulare dagli agenti del servizio centrale, ha riferito di non voler testimoniare, le sue dichiarazione avrebbero dovuto fare luce sull’intreccio tra camorra, politica e imprenditoria nei consorzi della raccolta in Campania. Per lui è stato disposto l’accompagnamento coatto all’udienza del 16 settembre prossimo. Chi sa se si presenterà.