Oggi vorrei che facessimo una piccola discussione sul vostro modo di studiare a casa. Su cosa vuol dire studiare e come lo fate. Soprattutto in Storia, geografia e Scienze.

«Per me studiare è come leggere. Però dopo devi ricordare le cose che hai letto». «Devi anche capirle, prima di ricordarle. Perché se non le capisci, dopo non le puoi ricordare». «A me studiare piace, però ci sono troppe cose da imparare, troppe pagine. Io non me le ricordo tutte». «A me piace più la Storia di geografia. Però mi piace anche Scienze». «Studiare vuol dire rispondere a delle domande». «Ci sono delle cose che mi piacciono e allora a me piace studiarle. Quelle che non mi piacciono invece non le studio. Cioè, io le studio, ma dopo non me le ricordo». «A me piace studiare anche le cose che non sapevo perché io sono curioso». «Per studiare bisogna leggere tante volte una frase e dopo te la ricordi». «Bisogna imparare a memoria tante cose e dopo ripeterle».

Mi dite come fate a casa per studiare? Come fate concretamente? Le cose che fate?

«Io leggo una volta e dopo mia mamma mi fa delle domande». «A me le domande le fa mia sorella». «Io me le faccio un po’ io e dopo mi rispondo da solo». «A me le fa mia mamma. Se io non so rispondere alle domande che mi fa, lei mi dice di leggere la pagina un’altra volta». «Quando mi interroga certe volte mi fa delle domande e dopo non mi ascolta perché ha tante cose da fare». «A me piace quando mi interroga mio papà ma lui non mi interroga quasi mai». «Io prima leggo, dopo provo a ricordarmi le risposte senza farmi le domande. Se non mi ricordo cosa volevo dire, mia mamma mi fanno delle domande e io mi ricordo. Se no, studio un’altra volta». «A me piace fare le domande, non rispondere. Però mia mamma dice che le domande le fa lei». «Per controllare se ho risposto giusto, mia mamma guarda le pagine del libro perché io delle volte rispondo ma con le parole sbagliate». «Allora sono risposte sbagliate». «No, solo le parole sono sbagliate. Perché lei vuole che io rispondo con le parole che ci sono sul libro». «Anche mia mamma vuole che ripeto tutto a memoria, tutte le parole, però imparare a memoria due o tre pagine è troppo difficile, perché è anche più lungo di una poesia, tutto quello che c’è da studiare». «Anche per me ci sono troppe pagine da studiare, dovrebbero essercene meno». «A me piace leggere, ma non studiare”. “Anche a me. Perché se mi ricordo, mi ricordo. Se invece non mi ricordo, non mi ricordo».

E sapete cosa vuol dire ripassare? Quando vi dico che dovete ripassare? Ve lo chiedo perché ho avuto la sensazione che qualcuno di voi non lo avesse capito bene.

«Leggere tutte le pagine che dovevi studiare. Devi rileggerle». «Ma se ci sono venti pagine da ripassare? Devi rileggerle tutte? E quando finisci? A mezzanotte?». «A me piace di più quando c’è da studiare, perché c’è meno da leggere». «Io quando c’è da ripassare non rileggo tutto perché l’ho già letto, quello che dovevo leggere. Io guardo solo le figure e cerco di spiegare un po’ cosa c’è nelle figure». «Io mi faccio fare le domande da mia mamma: se so rispondere, non rileggo. Se invece non so rispondere, allora rispondo». «Però se uno non ha studiato prima, ripassare è molto difficile perché non ti viene in mente niente da dire anche se guardi le figure». «A me l’interrogazione sembra come un teatro e il maestro e l’alunno sono come due attori che fanno una recita». «A me piace anche fare quello che fa delle domande. Io delle volte mi alleno con dei miei amici. Uno fa le domande e l’altro risponde. Poi l’altro fa le domande e io rispondo. Insomma, facciamo finta di giocare al maestro e allo scolaro. Ma dopo cambiamo le parti». «Per me studiare vuol dire capire quello che hai letto, capire quello che c’è scritto sui libri di Storia, di Scienze e di geografia».

Ma voi preferite i compiti scritti o studiare? Cosa vi sembra più facile? Perché?

«I compiti scritti. Perché quando li hai finiti, li hai finiti veramente». «Anche per me sono più facili i compiti scritti perché si capisce meglio cosa devi fare e poi finiscono prima»