Il comunismo nasce dal sentimento e dall’idea che questo non sia il migliore dei mondi possibili, e dalla volontà di fare il Paradiso in Terra qui e ora, senza aspettare l’altra vita e il giudizio di Qualcuno.

Fra i libri che il comunismo hanno raccontato c’è «La condizione umana» di André Malraux. Non te ne parlerò io, lo faccio fare a Simone Barillari, che per passione e professione fa il saggista e il maestro di scrittura nella Scuola Holden e al Corso oblique, e ha scritto la straordinaria postfazione alla nuova edizione del testo (Bompiani, 2020), mostrando in concreto cosa vuol dire scrivere bene.

Vuol dire prima di tutto leggere bene, leggersi dentro, leggere la realtà, leggere la letteratura.

«Malraux non poté che dare a una storia sulla condizione umana la struttura di una tragedia greca. Pone all’inizio di tutto il cadavere di un uomo (che e stato ucciso) e alla fine il cadavere di un altro (che si e suicidato), come tracciando le soglie di un tempo e di uno spazio su cui regna la Morte; fa accadere quasi tutta la storia nelle tenebre, come in un’unica, lunga notte, e la divide in sette parti, che formano tre atti perfettamente
simmetrici.

Compone il primo atto con le prime tre parti: i preparativi della rivoluzione, l’insurrezione, il dialogo sulle sorti della rivoluzione. Lo fa iniziare il primo giorno di primavera e lo pone sotto il segno della speranza e dell’azione – il sole sorge per la prima volta quando i rivoluzionari si impadroniscono delle armi – ma semina presagi – e scende la notte quando i rivoluzionari si convincono a consegnarle. Consacra al secondo atto la parte più lunga, la quarta, in cui mette in scena lo straziante stallo della rivoluzione attraverso infiniti discorsi e azioni fallite: tutto sta continuamente per accadere, e non accade mai nulla, come nella vita degli uomini…»

A me la vita di Malraux fa venire in mente la vita di Alessandro Magno che, conquistato il mondo, si ubriacò e morì, per non passare il resto della vita ad amministrarlo. Malraux, vinto il Goncourt con La condizione umana, si diede alla politica.

Ah, dimenticavo, dopo aver letto bene, come si scrive bene? Infilando le cose ad arte, come Arianna, Aracne, Penelope, Elena, le Moire… «Les perles composent le collier, mais c’est le fil qui fait le collier» ha scritto Gustave Flaubert, uno dei maestri di Barillari.

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