Nuove tasse sui ricchi e sulle aziende, aumento dell’Iva su alcuni prodotti, ma non sull’ elettricità, no a tagli a pensioni e stipendi pubblici. Sono alcune delle proposte del governo greco discusse oggi all’Eurogruppo. Previste nuove misure per circa 8miliardi di euro: 2 miliardi e 692 milioni per il 2015 e 5 miliardi e 207 milioni per il 2016. Per l’avanzo primario l’obiettivo è dell’1% per il 2015 e del 2% per il 2016.

Atene si impegna a limitare le pensioni anticipate a partire dal 2016 con l’intento di eliminarle del tutto entro il 2025. La clausola di deficit zero per le pensioni, che produrrebbe 500 milioni di euro dai tagli, non sarà attuata.

La riforma dell’Iva prevede tre aliquote (23%, 13% e il 6%), entrerà in vigore nel mese di luglio con l’obiettivo di far incassare 680 milioni di euro (lo 0,38% del Pil) nel 2015 e un ulteriore miliardo e 360 milioni (0,74%) nel 2016. Il governo intende applicare l’aliquota del 6% sui medicinali e i libri, quella del 13% su energia, alimentari e acqua e quella del 23% su tutto il resto. Misure per circa 1,8 miliardi di euro saranno attuate nel sistema pensionistico, pari a circa lo 0,37% del Pil per il 2015 e all’1,05% del Pil per il 2016. La riforma include restrizioni ai pensionamenti anticipati, l’aumento dei contributi pensionistici del 3,9% e dei contributi per le pensioni integrative dal 3% al 3,5%.

Saranno aumentati anche i contributi per l’assistenza sanitaria dei pensionati, dal 4% al 5% per le pensioni principali (135 milioni di euro nel 2015 e 270 milioni di euro nel 2015) e dallo 0% al 5% per le pensioni integrative (240 milioni di euro nel 2016).

Si prevede inoltre che le imposte sulle imprese con profitti superiori ai 500 milioni di euro, che dovranno pagare una tassa speciale del 12%. Ulteriori misure, del valore dello 0,5% del Pil nel 2016, includono tagli alle spese militari (200 milioni di euro), imposte sulla pubblicità televisiva (100 milioni nel 2015 e 2016), aumento della tassa sul lusso e sugli yacht privati, nuove imposte su videolotterie e gioco d’azzardo elettronico e la tassazione delle licenze di telefonia mobile che dovrebbe generare 350 milioni nel 2016.