Se c’è un posto dove bisogna tenere gli occhi bene aperti, quello è il supermercato, il pizzicagnolo o il banco di frutta sotto casa. La globalizzazione ci ha messo in tavola pomodori cinesi, funghi rumeni e nocciole latinoamericane, con tutto il contorno di frigoriferi, conservanti e repentina deperibilità. Tutta la nostra simpatia all’internazionalizzazione dei prodotti ma spesso, con la scusa di un prezzo inferiore, si spacciano alimenti di scarsissima qualità e poco controllati. Leggere le etichette dei prodotti o controllarne la provenienza è un must per il consumatore attento e responsabile.
Ancora più avanti, nel segno dell’informazione e della trasparenza, si lancia la nuova campagna «Origini Trasparenti» lanciata da Coop con l’intento di rendere disponibile in tempo reale l’informazione relativa all’origine delle materie prime dei prodotti alimentari confezionati. Una campagna, unico esempio in Europa, che punta alla massima trasparenza possibile, per quanto attiene ai prodotti confezionati col proprio marchio, in totale oltre 1400 di uso quotidiano (dalla passata di pomodoro allo yogurt al latte ai cereali e via di questo passo, escludendo quelle categorie di prodotti come i freschissimi su cui la determinazione dell’origine è già obbligatoria per legge in etichetta).
Su alcuni prodotti “semplici” la cui materia prima è al 100% italiana l’informazione è già inserita in etichetta. Ma su molti prodotti, su cui può essere estremamente complesso inserire i dati in etichetta e soprattutto aggiornarli, il ricorso al web è inevitabile. E’ stato così creato un sito dedicato (www.cooporigini.it linkato al sito istituzionale) dove il consumatore, digitando il codice a barre o il nome del prodotto, avrà subito disponibili le informazioni relative alle principali materie prime impiegate, quelle più consistenti dal punto di vista quantitativo e quelle caratterizzanti il prodotto. E’ stata realizzata anche un App (disponibile su piattaforma iOS e Android) che consente, semplicemente fotografando il codice a barre, di ottenere le stesse informazioni.
«Questo dell’origine delle materie prime è un progetto a cui lavoriamo da tempo, con rigore e determinazione – ha spiegato Marco Pedroni presidente di Coop Italia – ma essendo la materia complessa, non basta limitarsi a dire se il latte o i legumi in scatola sono italiani o vengono dall’estero. Il problema è anche cercare di fare in modo che si capisca il perché. Coop da sempre privilegia, a parità di qualità e sostenibilità economica, i prodotti italiani e, pur in un contesto difficile per l’agricoltura, ha sempre continuato a sviluppare politiche di filiera nazionali. Il 60% dei nostri prodotti alimentari oggi sono fatti con materie prime di origine italiana. La percentuale sale ulteriormente se si escludono prodotti (tipo caffè e cacao) per le quali la materia prima è obbligatoriamente estera perché non disponibile nel nostro paese. Ma l’informazione che spesso manca a tante persone è che, per tanti prodotti, che pure sarebbe possibile coltivare o produrre nel nostro paese, non siamo autosufficienti». Basti dire che in Italia produciamo solo il 38% del grano tenero di cui avremmo bisogno, col grano duro arriviamo al 65, con le carni bovine al 76 e per il latte alimentare siamo appena al 44%. Ribaltando il punto di osservazione, le uniche filiere in cui siamo autosufficienti sono quelle del riso, del vino, della frutta fresca, del pomodoro e del pollo.