Sertorio Pedace, utente della biblioteca immaginaria di Timpamara, tenta di restituire al bibliotecario, Malinverno, protagonista dell’omonimo ultimo romanzo di Domenico Dara, appena uscito per i tipi Feltrinelli, uno scartafaccio tutto brandelli e ciuffi d’erbe, senza più copertina, davvero malridotto dall’uso incessante.
Manuale illustrato delle erbe spontanee: come riconoscerle e cucinarle. E a questo dovrebbe servire un buon manuale di giardinaggio, essere un utensile capace di rispondere con precisione a domande di tipo pratico sul cosa e come fare e quando, nell’orto ed in giardino. Un buon manuale deve possedere una nomenclatura ed immagini, una chiarezza che non lasci adito a dubbi. Un utensile valido che possa essere consultato per risolvere dubbi e come consigliere autorevole nelle scelte della conduzione di un orto o di un giardino.

Sin dal Vilmorin che era posseduto dal Manzoni fino ai più moderni manuali della Hoepli e De Vecchi, ne sono stati pubblicati moltissimi. Sono famosi quelli della Royal Horticultural Society, espressione più alta di una passione nazionale per il giardino che in Inghilterra ha dato i frutti più alti. Vita Sackville West non era soltanto una finissima scrittrice ma anche una provetta giardiniera e la sua rubrica era una miniera di suggerimenti pratici. Nel nostro paese è stato certamente Ippolito Pizzetti il maestro che ha raccolto, forte della sua sterminata cultura, il lascito della West. Simpatie ed antipatie, origini, storia e curiosità su una infinità di piante, Pizzetti nella Garzantina dei fiori, vera enciclopedia insuperata e disponibile in catalogo, si erge forte della sua conoscenza sugli altri manuali. La rubrica su l’Espresso, «Pollice verde», longeva come quella che West teneva sull’Observer, è stata la fucina necessaria per la sua opera Fiori e giardino. Abbinare teoria e pratica, una propria visione del mondo delle piante e contemporaneamente essere capace di consigliare specie, cure e cultura, è quanto i migliori autori hanno saputo fare.

Non mancano i lati bui, le responsabilità pesanti dei manuali di giardinaggio. Molti, specialmente quelli semplicemente tradotti da testi stranieri, dimenticano completamente le antiche varietà nostrane ed orientano il coltivatore verso specie presunte «produttive». Questo, replicato dalla maggior parte dei manuali, ha determinato la scomparsa di innumerevoli antiche varietà. L’altro aspetto – tremendo per l’impatto su un micro ambiente delicato come quello dell’orto e del giardino – è stato quello del consigliare prodotti tossici quali anticrittogamici, erbicidi e pesticidi altamente velenosi e che le direttive comunitarie più aggiornate stanno mettendo fuori legge. Si legge in questi manuali di paraquat e diquat, di glifosato e captano, di lindano e di una innumerevole serie di veleni, le pagine dedicate alla difesa fitosanitaria delle piante sembrano una reclame per Monsanto-Bayer o Syngenta. Se vogliamo che la bellezza dei giardini sia accompagnata dal canto degli uccelli, dal rigoglio della vita, faremmo bene a sfogliare una nuovi manuali che sono espressamente provenienti da pratiche rispettose quali l’agricoltura biologica, biodinamica e naturale.