Mi raccontate con parole vostre chi abbiamo incontrato questa mattina a scuola e perché?

«I volontari». «Sono venuti i volontari di tre gruppi». «Tre associazioni». «I volontari dell’Avis che raccoglie il sangue dei donatori per i malati. Poi dell’Aido per le donazioni degli organi del corpo: cioè lo stomaco, il cuore, le cose che abbiamo dentro, però solo dopo che uno è morto…. Poi dell’Admo che sarebbe un’altra associazione di donatori ma non mi ricordo bene di che cosa». «Del midollo delle ossa. Il midollo». «Loro sono venute a scuola da noi per spiegarci cosa vuol dire la loro associazione e come funziona. Cosa donano e come si fa a donare una cosa come il sangue, per esempio. Però non sono i bambini e i ragazzini, perché per donare bisogna essere più grandi e stare bene. Non si può essere malati o il tuo sangue è cattivo e allora che donazione è?». «Loro hanno detto che sperano in noi, nei giovani. Perché sperano che in un futuro ci sono sempre più intelligenza e donazioni». «E anche solidarietà».

Cosa è la solidarietà?

«La solidarietà vuol dire essere solidali. Cioè… Cioè essere buoni». «Vuol dire che tu aiuti gli altri che abbiano bisogno di aiuto, non solo che hai bisogno tu». «Vuol dire non fregarsene di tutti gli altri e pensare solo ai fatti propri, ma pensare almeno un po’ anche agli altri. Soprattutto quelli che stanno male, cioè i malati e i vecchi». «Vuol dire dare da mangiare a chi non ne ha». «La solidarietà è una cosa buona. Ma non una parola buona, ma una cosa buona che fai per un altro. Non lo dici e basta, lo fai. Tipo che gli dai una mano a salire su una scala perché lui da solo non ci riesce a salire da solo sulla scala, non ce la fa proprio». «Oppure prestargli il bianchetto se lui non ce lo ha, così può correggere col bianchetto e dopo riscrivere la parola che ha sbagliato». «La solidarietà è quando tu senti che il tuo cuore si allarga e fa una cosa buona, come un respiro che hai voglia di fare una cosa buona, non cattiva». «La solidarietà, per me, è un aiuto. Se invece non si aiutano e ognuno pensa solo per sé, allora non c’è solidarietà perché c’è troppo egoismo». «Solidarietà per me vuol dire vivere insieme agli altri e vivere insieme».

Vi ricordate altre cose che hanno detto i volontari?

«Hanno detto che il sangue può essere donato da diciotto anni in su e che ce ne è sempre più bisogno». «Anche di osso ce ne è sempre più bisogno!». «Di midollo osseo, non di osso». «Il midollo è una cosa dentro l’osso, che c’è dentro». «Io ho notato che erano tutti vecchi perché loro, se erano più giovani, non potevano fare i volontari che non prendono mai un soldo e nessuno li paga, loro se erano giovani dovevano andare a lavorare e non venivano certo a scuola da noi a fare i volontari delle associazioni del volontariato».

«Mi ricordo che loro hanno detto che ogni anno il 14 giugno per loro è una data speciale perché è la Giornata mondiale del donatore. Per questo è importantissima per loro». «Ci hanno spiegato che donare vuol dire dare una cosa tua a un’altra persona. E che non è sempre facile, donare». «Ci hanno lasciato dei fogli e del materiale per fare pubblicità ai loro gruppi». «Ci hanno lasciato anche il giornalino per noi, però. Uno per uno.
Il giornalino dell’Avis di Reggio Emilia. Si intitola: Giochi creativi senza confini». «Sì, sì, uno per ogni bambino della classe. Dentro io ho trovato un modulo per partecipare a un concorso di disegno che io partecipo». «Anche io l’ho trovato, quel foglio. Anche io partecipo al concorso. Tutti possiamo partecipare. Perché poi devi spedire il disegno dove c’è scritto l’indirizzo». «Poi nella cartolina dell’Aido c’era la figura di Biancaneve e c’era scritto: Non un bacio, Biancaneve aspetta un fiore».