Mi raccontate di cosa parla la recita di Natale che stiamo preparando?

«È il canto di Natale. È una storia molto famosa. C’è stato anche il film». «Però la nostra recita è più piccola, più breve. È come un riassunto». «Certo. Non potevamo leggere 60 pagine». «Poi col film ci sono delle differenze… Ci sono solo 3 fantasmi, per esempio. Poi finisce che lui va dalla mendicante e l’invita a pranzo a mangiare l’arrosto di tacchino, invece nel film non c’è questa scena». «Noi nella recita siamo tutti narratori che si danno il cambio a raccontare la storia. Tranne 5 che sono poi i personaggi principali, gli attori». «Gli attori sono Scrooge, i 3 fantasmi e la mendicante».

Mi spiegate quale è il carattere di Scrooge?

«Ha un brutto carattere. Cioè, non è proprio cattivo, fa anche un po’ pena, ma pensa solo a se stesso, è sempre solo, è sempre di cattivo umore». «Lui dice che odia il Natale perché a Natale non si lavora e allora non si guadagnano soldi ed è un dispendio di tempo e di denaro». «Per me lui è così perché non si è sposato e allora è solo ed è diventato un po’ scorbutico. Poi lui è anche vecchio e certe volte i vecchi sono cattivi». «Non fa neppure un regalo a suo nipote, all’inizio. E non va neppure alla cena di Natale a cui era stato invitato da sua sorella!». «A me sembra un tipo un po’ solitario, Scrooge. Poi ha un nome che non mi piace». «Mi sembra che lui sia un po’ disperato. Perché lui se la crede, ma non sta bene. È ricco, ma è sempre solo». «Per me lui è un egoista nel senso che pensa solo a se stesso e poi si interessa solo delle sue cose, dei suoi affari e dei guadagni».

Cosa gli dicono i 3 spiriti che gli appaiono nella notte della Vigilia di Natale?

«Il primo fantasma è quello del Natale passato e gli parla di quando lui era bambino e ragazzo e insomma, si capisce che anche da bambino e da ragazzo Scrooge non era meglio di adesso». «Quello del presente, il secondo, è il fantasma che gli fa delle domande. Gli chiede cosa se ne fa di tutti i soldi se poi è sempre da solo e non li spende e non fa mai dei regali né agli altri né a se stesso. Ma il più bello è il fantasma del futuro». «Quello del futuro è il fantasma che gli racconta una favola che gli interessa molto, perché lui all’inizio non capisce bene che favola è, ma poi capisce che non è una favola, è la storia della sua vita. Ma non solo della sua vita passata o presente, ma quella del futuro, quello che verrà». «Racconta che c’era una volta un vecchio avido ed egoista che un giorno si ammala e dopo muore, perché tutti prima o poi moriamo, sia i ricchi sia i poveri muoiono, solo che al suo funerale non c’è nessuno. Niente. Solo il becchino che è quello che seppellisce la sua bara». «Allora lui si spaventa. Pian piano capisce che la parte più importante della vita, quello che ci vuole per essere felici, non sono tanti soldi, ma sono gli amici, le amicizie che ti fai, le persone che conosci, la gente che viene a cena da te e vai insieme in vacanza…». «Subito non lo capisce, col primo e il secondo fantasma, ma col terzo spirito capisce che deve cambiare la sua vita e infatti si addormenta e il giorno dopo, al mattino, il mattino di Natale, si sveglia che sta già meglio perché non è vecchio e antipatico come sempre, ma è più sorridente, è più di buon umore». «Perché lui è diventato una persona nuova e ha cambiato il suo stile di vita. Insomma, è diventato più gentile, più attento agli altri».

Si può dire che questo racconto finisce con un lieto fine?

«Per me sì. Perché anche se non si sposa nessuno, lui dopo sta meglio al mondo e muore felice». «Poi al suo funerale adesso ci andrà un sacco di gente, secondo me». «Per me la scena più bella è quando va dalla mendicante e la invita a mangiare il pollo arrosto». «A me piacciono le scene con i fantasmi quando Scrooge si impaurisce». «A me questo racconto di Natale piace più di tutti quelli che abbiamo fatto negli altri anni perché non è solo un racconto di Natale ma è anche un racconto un po’ di paura, con i fantasmi, lui che si spaventa». «Poi per me fa un po’ anche ridere, quando lui si spaventa». «Però è anche molto educativo. Cioè, insegna come bisogna vivere ed è bello che a scuola ci sono anche delle materie che ti insegnano come devi vivere».