L’allarme di medici e infermieri (“In Toscana il tasso di saturazione medio di reparti ordinari Covid e terapie intensive è, da una settimana, stabilmente sopra il 95%”) è caduto nel vuoto. Da lunedì buona parte della Toscana tornerà in zona arancione dopo 14 giorni in rosso, grazie a una “via di fuga” già applicata in Veneto, Marche e Provincia di Trento. Ribadita ieri da Franco Locatelli del Consiglio superiore di sanità: “Adesso teniamo conto anche dell’incidenza cumulativa a sette giorni, e una regione deve averla inferiore al valore di 250 per poter passare in una fascia da rosso ad arancione”.
E’ il caso della Toscana, che ha avuto una incidenza di 230 casi per 100mila abitanti. Questo grazie all’andamento dei nuovi casi, che sono stati più di 1.500 in media fino a Pasqua, ma con un crollo (981, 685, 937) nei giorni festivi e postfestivi, e infine una risalita (1.153, 1.309) nelle ultime 48 ore. Un dato legato a doppio filo alla media di 25mila tamponi quotidiani che però è calata drasticamente nei giorni festivi, quando sono stati meno della metà.
Eppure l’indice di positività ieri è stato al 14,4%, esclusi i tamponi di controllo. Ancora alto. E resta la pressione sugli ospedali, dalle terapie intensive ai reparti ordinari Covid, con situazioni allarmanti a Siena e Pistoia, a Prato ed Empoli, e in molti policlinici fiorentini, mentre sulla costa la situazione è più tranquillizzante. Un contesto comunque che dovrebbe imporre “enorme cautela”, ha avvertito il sindaco di Prato, Matteo Biffoni.
Sul punto però Eugenio Giani ha scelto di delegare: “Decide la cabina di regia”. Aggiungendo: “Come Rt noi oggi siamo a 1,01, addirittura molto vicini a quella che era la soglia fra zona gialla e arancione”. L’unica presa di posizione del governatore, “perché negli ospedali la situazione è veramente al limite della saturazione”, è quella che da lunedì disegnerà una Toscana a macchia di leopardo: “Quelle cinque, sei zone che superano i 250 casi su 100mila abitanti le tengo in zona rossa: la provincia di Prato, il Valdarno empolese, e alcune zone sociosanitarie di cui mi stanno arrivando in queste ore i dati”.
Intanto non si risolvono i problemi legati alle vaccinazioni. I sindacati confederali dei pensionati chiedono a Giani chiamate dirette, seguendo i requisiti anagrafici e patologici: “Il modello di prenotazione su portale con la modalità del click day è un ostacolo a un positivo accesso alla vaccinazione”. Mentre il Coordinamento toscano per la Democrazia costituzionale denuncia: “Dai dati forniti dal ministero, la Toscana risulta essere fra quelle in maggiore ritardo, e ancora lamenta il non funzionamento del sistema di prenotazione on line. Alla scelta di applicare un criterio di priorità corporativo, si sta aggiungendo il sospetto di procedure che avrebbero privilegiato destinatari meno a rischio, riducendo le dosi disponibili per i soggetti anziani e fragili”. Tira le somme Sinistra italiana: “La Regione Toscana è senza guida politica, allo sbando”.