«Abbiamo avuto un cretino che dobbiamo identificare e va sanzionato perchè ha preso a calci una ragazza che stava per terra». Lo ha detto ieri il capo della Polizia, il prefetto Alessandro Pansa, a margine del quarto congresso nazionale delle Silp-Cgil a Perugia. Un invito rivolto all’agente in borghese che indossava sabato scorso in piazza Barberini a Roma un casco blu senza numero identificativo durante le cariche di polizia e carabinieri contro il corteo dei movimenti. Pansa ha poi specificato la teoria difensiva della polizia rispetto alle polemiche scatenate dalla pubblicazione degli scatti della fotografa Yara Nardi e del servizio video di Dina Lauricella e Giulia Cerino per Servizio Pubblico (La7).

«Tutti quanti gli altri che hanno lavorato – ha aggiunto il capo della polizia – vanno invece applauditi per come hanno operato e agito, con grandissima correttezza e mantenendo l’ordine pubblico». Il «colpevole» è solo uno, mentre gli altri che hanno spazzato via in pochi minuti un corteo di migliaia di persone, facendo decine di feriti, hanno svolto il loro dovere. La polizia condurrà un’indagine interna i cui esiti saranno trasmessi al Pm Eugenio Albamonte che ha acquisito video e foto dell’accaduto. Ieri sera l’agente definito come un «cretino» dal capo della polizia si è presentato negli uffici della Questura di Roma. Non è del reparto mobile, ma avrebbe partecipato ad altre manifestazioni. La manifestante calpestata non ha presentato denuncia e sarebbe in via di identificazione.

«Nei giorni scorsi ho presentato un disegno di legge per l’introduzione del codice identificativo sui caschi e le divise degli agenti che operano in situazioni di piazza – ha affermato il senatore Pd Luigi Manconi «Si tratta di un provvedimento urgente, urgentissimo». «Molto opportune – prosegue – sono apparse di conseguenza le parole del capo della Polizia Pansa, ma restano due questioni da affrontare». La prima è il codice identificativo sulle divise delle forze dell’ordine; la seconda «è altrettanto rilevante: se è vero come è vero che gli scontri sono stati originati dal comportamento criminale di un piccolo gruppo di manifestanti, è altrettanto vero che comportamenti scorretti da parte di polizia e carabinieri, al limite dell’ abuso e dell’illegalità, si rinnovano con eccessiva e allarmante frequenza».

Il pm ha chiesto al gip la custodia cautelare in carcere per due manifestanti (Lorenzo Marabino e Antonio Pompea) e i domiciliari per altri due (Ugo Esposito e Simon Canca). A tutti è stata contestata l’accusa di avere preso parte agli incidenti in via Veneto. Ai primi due resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Sulla richiesta si pronuncerà domani il gip. Ieri a Napoli i movimenti hanno manifestato in solidarietà con Ugo Esposito. A Roma, 40 attivisti hanno manifestato in piazzale Anita Garibaldi, al Gianicolo, nello slargo da cui si vedono le finestre del carcere romano di Regina Coeli, dove sono rinchiusi i quattro giovani fermati. I movimenti invitato a scrivere telegrammi di solidarietà ai quattro reclusi a questo indirizzo: Casa circondariale di Roma Regina Coeli Via della Lungara, 29, 00165.