Manifestazione nazionale a Roma il 30 novembre e, forse, uno sciopero generale contro la legge di stabilità. Il governo Letta è riuscito a mettersi contro tutti i sindacati della scuola (Flc-Cgil, Cisl e Uil, Snals e Gilda). Duplice è il fronte di opposizione: il primo è quello della legge di stabilità che, tra l’altro, blocca gli scatti di anzianità e la contrattazione del pubblico impiego, e quindi della scuola, fino al 2014 compreso. Per Rino Di Meglio (Gilda) il blocco dei contratti ha provocato fino ad oggi una perdita di circa 3400 euro all’anno per ogni insegnante. Il secondo è il «decreto scuola» che è approdato in aula alla Camera per la discussione generale. Quello che stanzia 400 milioni in un triennio, aumentando le tasse sulla birra e su chi deve acquistare una casa, prevede l’immissione in ruolo di 69 mila precari (insegnanti e personale Ata), più 26 mila insegnanti di sostegno, ma bloccherà per anni le buste paga dei neo-assunti a circa 1.200 euro al mese, ridimensionando il numero dei neo-assunti a causa della riforma Fornero sulle pensioni e il blocco del turn-over. Le polemiche sulle coperture economiche di un decreto piccolo piccolo hanno spinto Giancarlo Galan (Pdl), relatore del provvedimento in Commissione cultura, alle dimissioni. A riferire in aula sarà Manuela Ghizzoni (Pd). Nel decreto si apre ai tirocini in azienda per gli studenti dei tecnici e dei professionali. Si anticipa l’orientamento all’ultimo anno delle medie e agli ultimi due delle superiori. Stessa idea per l’università dove l’idea del tirocinio professionalizzante viene estesa all’Erasmus in azienda. Le aziende potranno garantire allo studente un credito formativo fino a 60 punti. Viene inoltre reintrodotto il «bonus maturità», sostanzialmente una sanatoria per i 2 mila esclusi dai test per le facoltà a numero chiuso, a causa dell’incertissima condotta del ministro dell’istruzione Carrozza che prima ha riformato il bonus, poi lo ha abolito, e infine lo ha ripristinato. Per gli enti di ricerca viene introdotta la «quota premiale» che vige per gli atenei: saranno «premiati» a partire dai loro «risultati». L’opposizione dei sindacati non riguarda questa idea di formazione in azienda, e in particolare l’idea della scuola come tirocinio professionalizzante. Si concentra piuttosto sulla condizione contrattuale dei docenti.

Terza gamba dell’opposizione dei sindacati confederali e di base al governo Letta è il «decreto 101» del ministro della Pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia per i precari. Oggi dalle 10 alle 14, all’Isfol in Corso Italia a Roma, si incontreranno tutti i precari degli enti di ricerca e dell’Istat che rivendicano la proroga del loro contratto e la stabilizzazione contro il «concorso» pensato da D’Alia. Da questa procedura, stando alle regole fin’ora conosciute, saranno esclusi tutti coloro che non hanno maturato tre anni di servizio per la PA, una cifra che oscilla tra le 40 e le 70 mila persone. «Difficilmente si poteva fare peggio», commenta Francesco Sinopoli (Flc-Cgil).