Domenica si è svolta nel pieno centro di Roma un’affollata manifestazione di cittadini ucraini promossa da alcune organizzazioni presenti in Italia.
Il corteo era composto prevalentemente da donne che sventolavano le bandiere ucraine, che apparivano nuove di zecca e da poco distribuite, e che sono state innalzate assieme a striscioni contro Yanukovich e il governo democraticamente eletto nel 2010.
Nel corteo erano presenti – tra i più esagitati – anche molti giovani dalla testa rasata, dell’organizzazione di estrema desta, xenofoba e antisemita, Pravy Sektor, che annovera nel pantheon dei propri eroi, oltre all’ultranazionalista Stepan Bandera, anche la famigerata divisione delle SS ucraine «Galizia».
Questo drappello interno al corteo marciava dietro un grande striscione rosso e nero con il logo della loro organizzazione, assieme a bandiere nere con, in bella evidenza, teschio e tibie.
Il corteo lanciava slogan a nome di «tutta l’Ucraina», ma era in realtà composto in modo quasi esclusivo da persone, perlopiù donne impegnate nel lavoro di badanti, provenienti dall’Ucraina occidentale e dall’area di Leopoli, dalla Galizia e dalla Bucovina. Con una nutrita presenza di preti e suore «uniati», ovvero cattolici di rito greco-bizantino che riconoscono l’autorità del papa, la religione dell’Ucraina occidentale.
Il Vaticano durante la Guerra fredda ha sostenuto gli uniati e ha formato il loro clero in funzione anticomunista e antisovietica, dando asilo anche a molti di loro che si erano macchiati di gravi crimini come collaborazionisti dei nazisti nello sterminio di ebrei, polacchi e partigiani.
I preti uniati sono stati attivissimi a piazza Maidan, dove si sono particolarmente distinti, celebrando messe per i rivoltosi e partecipando ai comizi ed esibendo immagini e icone sacre. A Leopoli e in tutta la zona della Galizia, molti preti hanno invocato la rivolta armata contro il regime «giudaico-comunista» di Yanukovich, come testimonia il web, youtube compreso, che ospita molti degli appelli pronunciati dai preti uniati. la destinazione della manifestazione era non a caso a piazza San Giovanni e l’intento dichiarato quanto preparato era di essere ricevuti in delegazione dalle autorità della seconda basilica romana. Vuoi vedere che la crisi ucraina esplode nelle mani del «povero» Francesco I.