Attraverso le nomine alla corte suprema il prossimo presidente americano potrebbe lasciare un marchio profondo  sul paese. Due degli attuali componenti della corte, la liberal Ruth Bader Ginsburg  e il moderato Anthony Kennedy, sono pluriottuagenari e il liberal Stephen Breyer ha 78 anni. L’arciconservatore italoamericano Antonin Scalia è morto a febbraio e da allora il congresso repubblicano ha boicottato i tentativi di Obama di sostituirlo. Il prossimo presidente potrebbe quindi plausibilmente imprimere una forte svolta ideologica alla cassazione Usa.

Attraverso la judicial review il supremo tribunale americano ha facoltà di invalidare le azioni dell’esecutivo e le leggi emesse dal parlamento, valutandone la costituzionalità. È un ruolo che è stato determinante in tutte le maggiore svolte civili e riformiste del paese, che nell’ultimo mezzo secolo hanno compreso il suffragio universale, la desegregazione del sud col voting rights act, la «affirmative action», il diritto all’aborto e la protezioni dei diritti delle minoranze.

Prima della morte di Scalia la maggioranza conservatrice (5-4) ha rappresentato uno strumento imprescindibile della destra per mantenere il potere politico sullo sfondo di una società la cui naturale tendenza culturale e demografica è di allontanarsi dal partito repubblicano. La questione della corte suprema è tantopiù cruciale dal momento in cui determinerà le sorti delle molteplici executive action intraprese da Obama per aggirare l’ostruzionismo totale dei repubblicani in congresso e quindi la legacy politica dell’attuale presidente. Gli incarichi dei supreme justices  sono a vita, cosicché Donald Trump o Hillary Clinton potrebbero, attraverso le prossime nomine, imprimere una direzione riformista o reazionaria per almeno la prossima generazione.

Una corte a maggioranza liberal potrebbe pronunciarsi sull’abolizione della pena di morte, su nuove restrizioni al porto d’armi e sulla tutela del voto delle minoranze. Trump dal canto suo ha solennemente promesso di nominare giudici che proseguirebbero l’opera di Scalia. Una corte suprema conservatrice potrebbe pronunciarsi contro l’apertura cubana, invalidare la riforma sanitaria, l’accordo di non proliferazione con l’Iran o le norme contro l’inquinamento industriale firmate da Obama.