Il giudice federale Reed O’Connor, che presiede una Corte distrettuale in Texas, ha fatto esultare Trump dichiarando incostituzionale l’Affordable Care Act (Aca), conosciuto come Obamacare.

O’CONNOR HA ACCOLTO il ricorso di una cordata composta da una ventina di governatori e procuratori generali, tutti provenienti da Stati repubblicani,decidendo per l’incostituzionalità del principio su cui si basa l’Aca, vale a dire quello del «mandato individuale» che impone a ogni cittadino Usa di avere un’assistenza sanitaria, se non vuole incorrere in multe. Ora, probabilmente, l’Obamacare dovrà passare attraverso il ricorso alla Corte Suprema, recentemente sbilanciata in senso conservatore da ben due nomine di Trump.

A dare una mano al giudice texano nel dichiarare incostituzionale la misura voluta da Obama è stata la norma della nuova legge fiscale di Trump, che ha eliminato le facilitazioni e gli sgravi che servivano per aiutare le famiglie a pagare l’assistenza sanitaria. Al momento nulla è cambiato, anche se la decisione è arrivata alla vigilia della fine dell’iscrizione aperta per la copertura del 2019. «La legge è ancora in vigore – ha dichiarato alla Cnn Tim Jost, professore emerito presso la Lee University School of Law di Washington – ma ora tutti saranno confusi su cosa significhi».

I Centers for Medicare e Medicaid Services, che gestiscono l’Obamacare, hanno inviato un’email agli agenti e ai broker assicurativi per riaffermare che l’iscrizione all’Aca rimane aperta, e Seema Verma, amministratore dell’agenzia, subito dopo la sentenza, ha twittato che la decisione di O’Connor non avrà alcun impatto sulla copertura; altrettanto hanno fatto sia Biden sia Obama esortando via Twitter i cittadini Usa a registrarsi per assicurarsi la copertura sanitaria. Mentre non si era ancora spenta l’eco delle dichiarazioni esultanti di Trump è arrivata – sempre via Twitter – la notizia di un’altra dipartita nella sua squadra: questa volta tocca al segretario all’Interno Ryan Zinke; l’ex deputato per il Montana e membro dei Navy Seal, era stato oggetto di diverse indagini per via di affari e investimenti immobiliari di dubbia legalità.

ZINKE SEGUE COSÌ la via dell’uscita percorsa, nelle ultime settimane, da altri due personaggi chiavi di questa amministrazione, il procuratore generale Jeff Session e il capo dello staff della Casa bianca John Kelly. La nomina del sostituto di Kelly, arrivata poche ore prima dell’addio di Zinke, è stata travagliata in quanto, dicono i rumors, nessuno dei candidabili voleva assumere quel ruolo. Alla fine Trump ha annunciato la nomina come «facente funzioni» del 51enne Mick Mulvaney, suo attuale direttore del budget. La decisione mette fine a una settimana di illazioni su chi avrebbe preso il posto dell’ex generale dei marines in un ruolo di grande importanza e influenza per la politica Usa; è toccato a Mulvaney, che come deputato della Camera del South Carolina si è fatto la fama di super conservatore, non molto disposto a trattare coi democratici.