Quello arrivato dalle urne dell’Île de Beauté potrebbe essere un voto storico. Dopo il definitivo abbandono della lotta armata da parte del Flnc nel giugno dello scorso anno, la Corsica sembra incamminarsi sul medesimo percorso già avviato con successo in Irlanda del Nord e, con molte più incognite, in Euskadi: quello di una definitiva soluzione politica di una delle storiche questioni nazionali dell’Europa occidentale.

L’alleanza elettorale, denominata Pè a Corsica, stretta in occasione del ballottaggio tra le due maggiori correnti del movimento corso – quella favorevole all’autonomia da Parigi, incarnata dalla lista Femu a Corsica, guidata da Gilles Simeoni, e quella esplicitamente indipendentista di Corsica Libera, capeggiata da Jean-Guy Talamoni -, è arrivata largamente in testa davanti ai concorrenti di centrodestra come di centrosinistra aggiudicandosi ben 24 dei 50 scranni che conta il parlamento regionale.

Dopo aver conquistato diverse municipalità lo scorso anno, i nazionalisti locali sono ora arbitri pressoché assoluti della politica isolana. Il tempo delle querelle fratricide, della deriva militarista e delle connivenze con la criminalità di alcuni esponenti del movimento, sembrano appartenere al passato, sostituite da un pragmatico programma di governo che per alcuni dovrebbe condurre a qualcosa di simile alle nostre regioni a statuto speciale, per altri rappresenta invece soltanto il trampolino per un referendum sull’indipendenza.

In ogni caso, tra gli osservatori locali, sono in molti a sottolineare come quella del 13 novembre sia una data che rimarrà impressa a lungo nella memoria dell’isola. L’uomo che ha guidato il processo unitario, il sindaco di Bastia, Gilles Simeoni, appartiene del resto ad una famiglia che ha fatto per molti versi la storia del movimento corso: suo padre, Edmond Simeoni, partecipò all’occupazione della tenuta agricola di Aleria nel 1975, atto fondativo dell’indipendentismo isolano e dello stesso Flnc.

Da tempo, Simeoni si è però impegnato a scrivere una pagina nuova della politica corsa, «governeremo per tutti i cittadini dell’isola, anche per chi non ci ha votato», si è affrettato a dichiarare ad urne appena chiuse, mentre i primi dossier che lo attendono sono molto concreti: la regolamentazione dei trasporti marittimi tra l’isola e il continente, la messa in opera del piano di sviluppo economico e sociale regionale e la piena unità amministrativa tra il nord e il sud dell’isola. gu. cal.