Potrebbe succedere adesso, tra qualche giorno o tra qualche ora. Dopo cinque anni Ferruccio De Bortoli sarebbe in procinto di essere sostituito alla direzione del Corriere della Sera. Lui però sembra non avere alcuna intenzione di dimettersi. Ieri è stata una giornata molto particolare in via Solferino. Sin dalla mattinata si sono rincorse voci di un imminente cambio al vertice. Al posto di De Bortoli si è parlato di una doppia direzione formata da Mario Calabresi, attuale direttore de La Stampa, e Giulio Anselmi, presidente dell’Ansa. A dirigere il quotidiano di Torino di proprietà della Fiat andrebbe Massimo Gramellini. La decisione di sostituire De Bortoli sarebbe già stata presa dagli azionisti, o meglio dalla Fiat e gli Agnelli, dopo l’ennesimo scontro tra il direttore e l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane. Solo un paio di settimane fa il direttore si era schierato con la sua redazione ed i lavoratori Rcs pronti a scioperare contro il bonus ai manager che hanno tagliato il personale. Il bonus è stato sospeso e lo sciopero è rientrato. Ma De Bortoli aveva già preso posizione anche contro la vendita dello storico edificio di via Solferino. Un braccio di ferro che ormai sarebbe giunto alle fasi finali.

L’altra sera Report di Milena Gabanelli ha mandato in onda l’anteprima di un’intervista a De Bortoli che verrà trasmessa lunedi prossimo. Sarebbe questa l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha accelerato i tempi. La resa dei conti, infatti, era prevista non prima dell’8 maggio, giorno dell’assemblea degli azionisti di Rcs. Ieri pomeriggio è stata annunciata un’assemblea dei redattori del Corsera in cui era atteso lo show down del direttore. Invece, in un clima surreale, tutto si è risolto in pochi minuti con una comunicazione del Cdr che non dava alcuna informazione in più ma non smentiva le indiscrezioni. In serata un non meglio precisato portavoce di Rcs avrebbe frenato, confermando “la stima per la guida editoriale del direttore” e avrebbe detto che “l’azienda non ha richiesto alcun cambiamento delle sue responsabilità”.

Intanto i primi a pagare la crisi di Rcs sono i lavoratori. In questi giorni è stata annunciata la decisione di mettere in cassa integrazione i sedici dipendenti di Rcd, la redazione che forniva contenuti al sito del Corriere, e questo nonostante l’azienda abbia più volte annunciato di voler rilanciare puntando proprio sul digitale.