Secondo il professor Didier Raoult dell’università di Marsiglia, l’idrossiclorochina è efficace contro il coronavirus. Tre quarti dei 24 pazienti su cui il farmaco è stato sperimentato sono risultati negativi al tampone dopo sei giorni. Non si tratta di un farmaco nuovo. L’idrossiclorochina è largamente usata nel trattamento della malaria e per tenere sotto controllo le patologie reumatiche croniche. Solo in Italia, cinque milioni di persone soffrono di queste malattie e molte di loro devono assumere il Plaquenil (il nome commerciale dell’idrossiclorochina) due volte al giorno. Ma dopo l’annuncio di Raoult trovarlo è diventato un’impresa.

Lo studio francese, su soli 19 pazienti e privo di un gruppo di controllo randomizzato, non rispetta gli standard adottati per valutare l’efficacia dei farmaci e genera molte perplessità nella comunità scientifica. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, «non ci sono sufficienti evidenze scientifiche sull’efficacia dell’idrossiclorochina» per avviare trial clinici. Però in Cina, Spagna, Francia, Brasile e Thailandia le sperimentazioni partono lo stesso. In mancanza di altro, l’idrossiclorochina si usa anche negli ospedali italiani contro il Covid-19. E l’Agenzia Italiana del Farmaco ha dato l’ok.

Risultato: l’idrossiclorochina da cui dipendono milioni di malati cronici è sparita dalle farmacie. Il suo nome commerciale in Italia è Plaquenil e lo produce la casa farmaceutica francese Sanofi. «I farmacisti non sanno quando tornerà disponibile, nessuno sa dare una risposta, anche solo orientativa» ha scritto su Facebook Sara De Simone, una paziente come tante, «E mentre chiamo in tutte le farmacie dell’elenco che Google mi propone – ne chiamo 10, ne chiamo 20, poi mi sento così stanca – penso a quante persone, come me, stanno facendo quella fatica inutile».

Non è un episodio isolato. «Il farmaco non c’è» conferma Silvia Tonolo, presidente dell’Associazione nazionale malati reumatici (Anmar). C’è un problema di distribuzione, me lo confermano anche a Federfarma. Sanofi in realtà dice che la produzione del farmaco è in corso. Se questo farmaco viene utilizzato dal Sacco, dallo Spallanzani o da altri centri Covid, sarebbe bene avviare un protocollo in modo tale che la distribuzione sia garantita anche ai malati cronici».

Alla casa farmaceutica confermano: «L’attuale emergenza sanitaria e il provvedimento dell’Aifa hanno causato un massiccio aumento degli acquisti di Plaquenil, diminuendo o esaurendo in breve tempo le scorte delle farmacie territoriali e causando disagi». Il prodotto viene distribuito alle farmacie territoriali in presenza della “ricetta rossa”, che certifica il “bisogno reale”. La distribuzione procede lentissima, perché la Francia ha fatto scorta per i propri pazienti e le esportazioni sono quasi azzerate. Dal canto suo l’Aifa non ha aggiunto il Plaquenil all’elenco dei farmaci carenti né preferisce commentare la vicenda. Il costo sociale dell’epidemia di Covid-19 così ricade su tutti: da chi non può essere operato perché le sale operatorie sono state riconvertite in terapie intensive o deve rimandare le cure perché i medici sono in quarantena o oberati a chi non trova più i farmaci di cui ha bisogno ogni giorno.

La scarsità dell’idrossiclorochina è una delle conseguenze della diffusione incontrollata di fake news su presunti farmaci ancora da sperimentare contro il Covid. È un fenomeno pericoloso ma spesso assecondato da chi, persino ora, predilige il facile consenso alla ricerca scientifica. Negli Usa, Trump ha parlato in diretta nazionale dell’idrossiclorochina come di un «farmaco rivoluzionario». Il risultato di questa comunicazione sconsiderata non si è fatto attendere: un uomo è morto avvelenato a Phoenix (Arizona) dopo aver assunto idrossiclorochina per il timore di contrarre il coronavirus. La moglie, ora in terapia intensiva, ha dichiarato di averlo fatto dopo aver ascoltato Trump in televisione. In Italia il Plaquenil viene venduta dietro presentazione di una ricetta, ma anche non è difficile procurarselo senza prescrizione.