Se ne era parlato tanto e, invece, per ora non se ne fa niente: la «promessa» del post-Duterte non ha presentato la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2022, in scadenza ieri. Sara Duterte, figlia del presidente uscente, ha dichiarato essere in corsa per le amministrative di Davao, dove spera nel secondo mandato. L’annuncio ha sconvolto l’opinione pubblica, che sostiene la politica populista del presidente uscente. Sara Duterte segue così la strada del padre, ma partendo da dove lui ha iniziato: la capitale de facto di Mindanao.

Qui Rodrigo si era già fatto notare per aver apertamente sostenuto l’operato degli «squadroni della morte» contro la piccola e media criminalità degli anni Novanta, quando non agiva direttamente attraverso la Alsa Masa, il gruppo armato istituito per dare la caccia ai comunisti del Nuovo Esercito Popolare.
«Mi candido sindaco per Davao, sarà la terza e ultima iniziativa della mia carriera politica», ha scritto Sara Duterte in un post su Facebook. Ma c’è chi continua a sperare: fino al 15 novembre è possibile subentrare in caso di ritiro di uno dei candidati che correranno alle elezioni del 9 maggio 2022.

Un’alternativa incerta, che può avvenire solo in casi specifici legati all’anzianità all’interno di un partito. La figlia di Duterte era attesa fino all’ultimo, poiché il presidente può ricoprire un solo mandato di sei anni. Sara aveva già fatto dichiarazioni sul fatto che non avrebbe puntato alla presidenza, ma ciononostante si erano creati dei veri e propri movimenti a sostegno di una sua possibile candidatura.

Nella lista dei candidati definitivi alle presidenziali del 2022 filippine emergono volti altrettanto noti del Paese. In tutto sono cinque, di cui solo una donna. Maria Leonor Gerona Robredo, è la vicepresidente uscente e capo dell’opposizione. “Leni” aveva sconfitto per la vicepresidenza del 2016 un altro candidato alle prossime elezioni: Ferdinand Marcos Jr. Soprannominato “Bongbong (Bbm)”, è figlio dell’ex dittatore Ferdinando e milita nel mondo della politica da trent’anni.

Dopo lo smacco di pochissimi punti nel 2016, il 2022 sarebbe l’ultima occasione per ricostruire l’immagine politica dei Marcos. Bbm è il favorito numero 2 ai sondaggi, secondo solo a Sara Duterte. Emmanuel “Manny” Dapidran Pacquiao è il personaggio più anomalo di queste presidenziali, dato che è meglio conosciuto come uno dei pugili più decorati della boxe mondiale. Ha confermato il suo ritiro dalla carriera sportiva per dedicarsi alla politica, anche se durante l’esperienza di senatore non ha mancato di fare alcune affermazioni controverse sul consumo di droghe in gioventù e sull’innaturalità delle coppie gay.

Se le umili origini potrebbero non salvare l’immagine di Paquiao, farebbero giocoforza a Francisco Domagoso. Conosciuto come Isko Moreno, è noto per essere il sindaco populista di Manila, anche lui con tanti scheletri nell’armadio quanti progetti di welfare sociale. Infine, c’è Panfilo Morena Lacson Sr., senatore ed ex capo della Polizia nonché affiliato a un partito alleato di Duterte, il Partido Reporma. Lacson ha fatto sua la retorica contro la criminalità del presidente uscente, pur definendo l’operato di Duterte un vero “fallimento”.