Qui va a finire che votano tutti solo lei, dimenticandosi che per entrare in consiglio comunale si devono votare anche le liste a sostegno». Insieme alla soddisfazione, e anche a un po’ di incredulità, di fronte al successo popolare che sta incontrando Antonella Bundu c’è anche qualche preoccupazione al quartier generale di Firenze città aperta, Sinistra italiana e Potere al popolo. E’ l’effetto diretto di una candidatura azzeccata, e di una potenziale sindaca che si sta imponendo come terza forza in campo, dopo il gran favorito dem Dario Nardella, e l’incolore Ubaldo Bocci sostenuto dalla destra Lega-Fi-Fdi, notato solo per aver boicottato le iniziative istituzionali in occasione del 25 aprile.

Ai temi tradizionali della sinistra cittadina, storicamente contraria al costosissimo e impattante sottoattraversamento Tav, e all’aeroporto intercontinentale di Peretola in un’area densamente urbanizzata e già ambientalmente malsana, Bundu ha aggiunto una serie di input politici e sociali che stanno facendo presa. A partire dalla richiesta al prefetto di bloccare gli sfratti per un anno, e di fare un censimento delle strutture pubbliche disponibili per alloggi popolari, in una Firenze dove Airbnb & co. stanno colonizzando l’intero centro storico patrimonio dell’Unesco. In aggiunta, come denuncia nel libro Firenze in svendita la ricercatrice in urbanistica Ilaria Agostini, negli ultimi anni sono stati decine i casi di ex palazzi, chiese, caserme e complessi monumentali vendute e trasformate in hotel o appartamenti di lusso.

Proprio contro la «Firenze da consumare», e per rivendicare la condizione morale e politica della cittadinanza, denunciare lo sfruttamento dei luoghi d’arte, e ribadire la funzione civile del patrimonio storico, Bundu e Tomaso Montanari sono impegnati in questi giorni in un’altra iniziativa che sta riscuotendo successo: un ciclo di tre passeggiate attraverso il centro, occasione per un percorso partecipato tra storia, cultura, e proposte politiche per la città di domani.

Quella di Bundu e Montanari, con la ripubblicizzazione dei servizi di trasporto pubblico e dei servizi all’infanzia, è una città ben diversa da quella progettata negli ultimi 25 anni dall’egemone Pd e dai sindaci Domenici, Renzi e appunto Nardella. Che pure, a differenza del suo celebre predecessore di Rignano che in cinque anni non aveva realizzato nemmeno mezzo metro della necessaria tramvia (con lo stesso Nardella vicesindaco…), si è dato da fare in questo senso, accreditandosi ora in campagna elettorale come l’unico difensore dell’opera.

Si tratta in realtà di una fake news – la sinistra fiorentina di Rifondazione comunista e Sinistra italiana è sempre stata a favore del sistema tramviario – che per giunta si sta ritorcendo contro il sindaco uscente. Vedi il caso di un futuro deposito dei mezzi tramviari progettato alle Piagge in piazza Alpi e Hrovatin, occupando tutta l’area tra via Lombardia, il centro sociale Il Pozzo di don Santoro e le navi di via della Sala, con la distruzione di un’area verde che la Comunità delle Piagge difende da anni dal degrado.

A favore di Antonella Bundu giocano anche le forti prese di posizione «contro la palude di razzismo, sessismo e fascismo che da troppo tempo attanaglia la nostra città». Di qui lo scontro pubblico con Saverio Di Giulio di Casa Pound, cui Bundu ha dato apertamente del fascista, prima di rifiutarsi di prendere parte ad ulteriori incontri corali fra candidati sindaci in cui ci fosse stato anche Di Giulio. All’opposto, la candidata sindaca ha preso parte, molto applaudita, a un incontro su antifascismo, antirazzismo e antisemitismo insieme a Moni Ovadia e a don Massimo Biancalani, il parroco della comunità pistoiese di Vicofaro impegnato nell’accoglienza ai migranti. Per lei valgono le parole con cui l’ha salutata recentemente Yanis Varoufakis: «Antonella è stata capace di unire sotto il suo nome un’ampia coalizione di soggetti, partiti e movimenti sociali di sinistra, per questo rappresenta una vera alternativa alle politiche neoliberiste messe in atto a livello locale dal sindaco uscente Nardella».