C’era mezzo parlamento e mezzo governo italiano ieri mattina a San Pietro per partecipare alla messa delle 7 del mattino celebrata da papa Francesco. Una folla inattesa (176 senatori, 298 deputati, 9 ministri, i presidenti di Camera e Senato) tanto che la celebrazione, che avrebbe dovuto svolgersi nelle grotte vaticane, è stata spostata in basilica, dove c’era posto per tutti.

«Al tempo di Gesù c’era una classe dirigente che si era allontanata dal popolo, lo aveva abbandonato, incapace di altro se non di seguire la propria ideologia e di scivolare verso la corruzione», ha detto Bergoglio durante la breve omelia. «Tutti siamo peccatori», ma questi erano «più che peccatori», erano diventati «corrotti», mossi solo da «interessi di partito» e da «lotte interne». Ed è «tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro».

Ad ascoltare le parole di Bergoglio contro la corruzione, fra gli altri, i ministri Alfano (Interno) e Lupi (Infrastrutture e Trasporti) e i parlamentari Maria Stella Gelmini e Roberto Formigoni, appena rinviato a giudizio proprio per corruzione nell’ambito di un’inchiesta sulla realizzazione di una discarica di amianto a Cappella Cantone (Cremona). Forse proprio per questo «il celeste» ha tenuto a partecipare alla messa.