È finita nel peggiore dei modi l’avventura di Franco Landella, esponente della Lega, da primo cittadino di Foggia dopo le dimissioni dello scorso 4 maggio. Ieri è stato arrestato e messo ai domiciliari dagli agenti della squadra mobile e dello Sco, con le accuse di corruzione e tentata concussione.

Insieme a lui sono stati arrestati e posti ai domiciliari, con le accuse di corruzione, i consiglieri comunali di maggioranza Antonio Capotosto (già arrestato il 30 aprile per altri reati) e Dario Iacovangelo. Tutti e tre sono stati sospesi dalle loro cariche dal prefetto di Foggia, Raffaele Grassi. Anche la moglie di Landella, Iolanda Di Donna, ex dipendente del Comune di Foggia (in servizio fino a due settimane fa presso l’ufficio di gabinetto del sindaco), è stata sospesa dall’esercizio del pubblico ufficio. Nell’inchiesta è coinvolto anche l’ex presidente del Consiglio comunale, Leonardo Iaccarino (agli arresti domiciliari dal 30 aprile per i reati di corruzione, tentata induzione indebita e peculato) salito agli onori della cronaca per le pistolettate esplose dal balcone di casa a Capodanno riprese in un video diventato virale.

Secondo l’inchiesta, curata dai pm Roberta Bray ed Enrico Infante, Landella avrebbe intascato una tangente di 32mila euro dall’imprenditore edile Paolo Tonti (anch’egli finito ai domiciliari) per una concessione urbanistica. Una volta intascato il denaro, il sindaco lo avrebbe distribuito, con la collaborazione della moglie, ai due consiglieri di maggioranza e ad altri tre consiglieri in due tranche da 2mila euro l’una per complessivi 4mila euro. Il tutto affinché votassero una delibera per la realizzazione di fabbricati su un’area vicino al Policlinico di Foggia. Lo scorso 1 maggio, Landella e la moglie subirono una perquisizione domiciliare: vennero sequestrati i loro telefoni cellulari e 7mila euro, che l’ex cittadino sostenne fossero il «salvadanaio dei figli».

L’ipotesi di reato di tentata concussione ha invece per oggetto una richiesta di 500mila euro, poi scesa a 300mila euro, all’agente di una società, la Gi.One, che si occupa di riqualificazione e adeguamento impianti di pubblica illuminazione per il Comune di Foggia. La tangente serviva per approvare un appalto ventennale (mai aggiudicato) da 53 milioni di euro. Il procuratore capo di Foggia Ludovico Vaccaro, ha dichiarato che «le fonti di prova sono state tante, dalle dichiarazioni della parte offesa all’intercettazione ambientali». Mentre nell’ordinanza firmata dal gip Antonio Sicuranza si parla di un sistema collaudato di «asservimento ai propri interessi personalistici dei soggetti politici». Landella era sindaco dal 2014, dopo il secondo mandato del 2019, quando era ancora in Forza Italia prima di passare alla Lega nell’agosto scorso. Una pagina nera, l’ennesima, per il capoluogo dauno, nel quale il 9 marzo il ministero dell’Interno aveva inviato una Commissione per accertare eventuali influenze della criminalità organizzata nell’operato dell’amministrazione.