La “rivoluzione delle scale”, la ribellione degli schiavi di Telefónica-Movistar: così i media avevano definito lo sciopero statale e indeterminato convocato dai lavoratori autonomi e delle imprese appaltate e subappaltate della multinazionale spagnola. Uno sciopero contro l’ennesimo contratto a ribasso imposto dalla multinazionale, che ha deciso salari e condizioni di lavoro inaccettabili per i lavoratori e le lavoratrici.

Una lotta che lo scorso anno ha messo in ginocchio il “gigante azzurro” delle telefonia spagnola per quasi ottanta giorni consecutivi, bloccando i servizi di attivazione di nuovi contratti e la riparazione di avarie. Un totale di oltre duecentomila utenze impossibilitate solamente nel primo mese di una mobilitazione accesa dall’azione e la partecipazione diretta dei lavoratori e delle lavoratrici. Scardinando non solo le logiche frammentarie del lavoro ai tempi del neoliberismo, ma anche le arrugginite dinamiche dei sindacati, la primavera dei precari ha saputo coinvolgere numerosi collettivi e movimenti sociali.

Poi, dopo l’annuncio di un accordo raggiunto con la multinazionale lo scorso giugno, le “giunte di lavoratori autorganizzati” avevano deciso di porre fine allo sciopero. Un accordo che fin da subito avevano definito «vuoto e senza contenuti né principi. Pensato appositamente dai grandi sindacati (Comisiones Obreras e Unión General de los Trabajadores) per frenare lo sciopero e le sue rivendicazioni».

I precari avevano quindi promesso di ritornare presto a montare sulle loro scale. Quelle scale diventate simbolo della lotta perché utilizzate per arrampicarsi di fronte alle filiali della multinazionale. Una forma efficace e creativa di catturare la visibilità dei mezzi d’informazione, ma anche dei passanti, che ha accompagnato tutto il movimento.
Una promessa mantenuta. Perché proprio mercoledì scorso, a Bilbao, i lavoratori e le lavoratrici autorganizzati, accompagnati da numerosi movimenti sociali, sindacati e formazione politiche, hanno presentato con una conferenza stampa un nuovo progetto comune e cooperativo contro la frammentazione e la precarietà lavorativa: Correscales 2016.
Una strategia per rilanciare la rivoluzione delle scale con una grande maratona a staffetta, che partirà il prossimo 17 febbraio da Bilbao per arrivare, dopo sette giorni di marcia ininterrotta, a Barcellona. Ma la maratona di ottocento chilometri sarà solamente la ciliegina sulla torta di un progetto più ambizioso: la raccolta fondi più grande nella storia dello Stato spagnolo (che dopo ottanta giorni è già arrivata a più di centomila euro).

I lavoratori stanno creando un’enorme cassa di resistenza, a sostegno di una piattaforma, alternativa e coinvolgente, contro il lavoro precario e il suo giocare al ribasso con la vita dei cittadini. Correscales è infatti una «pratica collettiva di centinaia di movimenti sociali, collettivi, organizzazioni, che condividono un tragitto di dignità contro la precarizzazione materiale, emotiva, dei tempi della vita delle persone». Insomma, uno strumento per rilanciare le lotte sindacali nello Stato spagnolo, a partire dai Paesi Baschi e dalla Catalogna, dove più forte è stato l’appoggio dei movimenti sociali alla lotta dei lavoratori nella scorsa primavera.

La grande maratona terminerà proprio di fronte all’inaugurazione del Mobile World Congress (la più grande fiera al mondo della telefonia mobile) che si aprirà il 22 febbraio al Mobile World Center di Barcellona.

Una scelta «chiara e netta per denunciare, con una grande azione comunicativa, lo sfruttamento che c’è dietro l’innovazione tecnologica del capitalismo», dicono da Correscales. E, nella conferenza di lancio, hanno sottolineato che Correscales è un progetto multidimensionale, economico, sociale, comunicativo. Un’idea nata dalla volontà di far arrivare ad altri collettivi di lavoratori quella forza ed entusiasmo che ha saputo generare la primavera di lotta degli autonomi di Telefonica-Movistar. Una multinazionale che –spiegano- «è senz’altro un caso esemplare di un’impresa pubblica strategica e redditizio, prima gestita male, poi privatizzata e successivamente frammentata produttivamente in successive catene di esternalizzazione, subcontrattazione e precarizzazione nell’offerta di servizi».

La grande maratona dei precari sarà allora molto di più che la nuova fase della lotta degli autonomi di Telefónica-Movistar. Correscales è l’inizio di una nuova forma sociale di movimento, per superare la frammentazione che frena la potenzialità delle lotte. Una strategia sociale fluida ma resiliente, capace di incidere e radicarsi nel mondo del lavoro contemporaneo, tessendo complicità e intrecciando vertenze. Un’alleanza spontanea ma ben ponderata tra movimenti sociali, sindacati conflittuali e forze politiche, lanciata da un’assemblea di lavoratori anche contro l’inerzia e la complicità dei sindacati più grandi. Quando si dice fare di necessità virtù.