«Non pensiamo che Renzi abbia mutato rotta, che con questa scelta cancelli la sua vocazione alle larghe intese. Ha pensato al suo partito scricchiolante e disunito, più che a una democrazia, come la nostra, in pericolo. Ha vinto l’opportunismo di partito e questo può giovare al Paese». Corrado Stajano, scrittore e giornalista, conobbe Sergio Mattarella in Parlamento quando, tra il 1994 e il ’96, fu senatore della sinistra proprio mentre il neo capo dello Stato era intento, da deputato dei Popolari italiani, a partorire il Mattarellum.

È sollevato per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica?
Sì, sono stati giorni ossessivi che certo non invogliavano alla fede nella politica. Questa elezione mi sembra un buon risultato, anche se le qualità che si auspicavano per un nuovo presidente, cioè la cognizione profonda dei problemi economici di una crisi mai vista e che si fa di tutto per dimenticare, o la conoscenza delle istituzioni europee e del mondo, ecco Mattarella non ha queste qualità. È un italiano. Un italiano colto, severo, onesto, mite e civile. Un uomo che ha sofferto. E sono convinto che rispetterà la Costituzione che in questi anni è stata calpestata, tanto da farmi sentire umiliato come cittadino.

Secondo lei, si distanzierà dal protagonismo politico di Napolitano, giudicato da molti troppo sopra le righe?
Difficile fare previsioni, le nostre sono speranze. Tra l’altro io non sono certo un democristiano, e quel malinconico «Non moriremo democristiani» di Pintor suona oggi un po’ come una beffa. Da Napolitano, Mattarella si differenzia soprattutto caratterialmente. È un uomo che arriva alla politica dal dolore. Io avevo conosciuto suo fratello Piersanti, lo intervistai, era un uomo prudente e di poche parole ma che voleva cambiare rispetto alla memoria e all’ombra del padre. Pensi che storia tragica, questa. Pensi a chi fu Bernardo Mattarella e chi è stato invece il figlio, il quale ha fatto di tutto per cambiare quell’Italia del padre.

Con Sergio Mattarella eravate insieme, nella XII legislatura, nella commissione parlamentare antimafia…
Sì, era un uomo silenzioso e attento, che tutto sapeva di quelle vicende ma era molto discreto. Sono certo che lui sia l’uomo giusto per tutelare e far rispettare la nostra Costituzione del ’48, ovviamente con gli accorgimenti necessari a renderla più vicina ai tempi attuali. Ma se Mattarella nasce dal dolore, Napolitano ha radici politiche profondamente diverse, dallo stalinismo delle origini al migliorismo del Pc, è stato lui il tutore delle larghe intese.

Si chiude questa stagione, del presidenzialismo de facto e tutto il resto?
Non lo so, lo spero. Però ora, visto che l’Italia non è solo il panorama desolante di questi anni, un grottesco tra Gogol’ e Kafka, ma c’è anche un’altra Italia – quella che ho visto all’assemblea di Human factor, con i giovani sindaci coraggiosi e bravi, con tante belle persone a cui i giornali non dedicano nemmeno una riga -, quell’Italia ora si deve far sentire di più. A questo punto, proprio perché Mattarella è stato eletto con quasi i due terzi dei voti, bisogna che non dimentichi le cose che in questi anni ci hanno procurato dolore e vergogna: il tentativo continuo di cancellare la Costituzione, il patto del Nazareno, il Jobs Act, la legge elettorale piena di vizi di costituzionalità, la cancellazione del Senato elettivo, quella camera alta dove perfino durante il fascismo si levò qualche voce, e dove Benedetto Croce nel 1929 si oppose ai Patti Lateranensi… Ma in quale altro Paese avviene una cosa così? Adesso si deve mutare veramente rotta.

È una speranza o una convinzione?
Se guardiamo alle cose che ha fatto Mattarella, alla sua onestà, alla sua serietà e coerenza, manifestate in tante occasioni – pensiamo a quando si dimise contro la legge Mammì – credo che ce lo possiamo augurare.

E poi è il primo presidente siciliano.
Sì, questo conta perché conosce nel profondo la tragedia della mafia. E a differenza di tanti politici siciliani che abbiamo conosciuto, non è un uomo di inciuci, di compromissioni, questo è sicuro.

Insomma, a questo punto è meglio morire democristiani?
Ma quelli come Mattarella erano gli uomini migliori della Dc. Infatti sono stati sconfitti.

Ieri, come primo atto da capo dello Stato, l’ex democristiano è andato a rendere omaggio alle Fosse Ardeatine…
Un gesto che mi ha emozionato.