Sono 158 gli israeliani, quasi tutti di età molto avanzata, morti a causa del Covid-19 e Yair Netanyahu, figlio 28enne del primo ministro, auspica che tra i futuri deceduti ci siano solo anziani che simpatizzano per i partiti di sinistra. Non nuovo a dichiarazioni politiche offensive e a post oltraggiosi e provocatori sui social, il giovane Netanyahu giovedì ha reagito a una manifestazione di protesta a Tel Aviv contro il padre con un terribile augurio postato su Twitter: «Spero che gli anziani che moriranno (di coronavirus) dopo questa protesta saranno del vostro blocco». Il tweet era una risposta a una foto pubblicata da Nitzan Horowitz, leader del partito Meretz (sinistra sionista), accompagnata dalle parole «Protesta impotente stasera in piazza Habima. Lottiamo contro la corruzione, lottiamo per la democrazia».

 

Circa 2mila persone si sono radunate giovedì nel centro di Tel Aviv contro Netanyahu in quella che è stata chiamata la protesta della Bandiera Nera. «I cittadini di Israele stanno mostrando oggi che la nostra democrazia non accetta un colpo di stato travestito da coronavirus. Non vogliamo un governo di cui il premier è accusato di corruzione, frode e abuso di potere», hanno scritto i manifestanti in un comunicato. Secondo i manifestanti il primo ministro, e leader del blocco delle destre, starebbe usando il Covid-19 per aggirare le istituzioni e sottrarsi al processo, previsto a fine maggio, in cui sarà chiamato a rispondere delle accuse di corruzione, frode e abuso di potere. Netanyahu è dovuto intervenire per rimediare allo sdegno provocato dal figlio nel pieno dell’emergenza sanitaria. «Nella lotta contro il coronavirus non ci sono blocchi e non ci devono essere» ha scritto in un comunicato «il primo ministro lavora 24 ore su 24 per garantire il benessere e la sicurezza di tutti i cittadini israeliani, senza eccezioni». Non è stato il primo intervento-riparatore di Netanyahu alle esternazioni del figlio Yair che, si dice, sarebbe interessato ad entrare in politica nel prossimo futuro seguendo le orme del padre.

 

Di recente Netanyahu junior è stato citato in giudizio per diffamazione e calunnia e gli è stato ordinato di risarcire (con una somma superiore ai 50mila euro) il reporter Avi Alkalay che aveva accusato di gravi scandali usando notizie false. La “colpa” di Alkalay è quella di aver scritto e riferito più di altri delle indagini sfociate nell’incriminazione del primo ministro. Yair Netanyahu inoltre usa regolarmente i social media per esprimersi contro palestinesi e musulmani. L’anno scorso ha twittato che la Palestina non è mai esistita perché non c’è «la P in arabo» e, in un altro caso, ha scritto che «preferirebbe» che tutti i musulmani lascino Israele. Ha anche attaccato il primo ministro assassinato nel 1995 Yitzhak Rabin scrivendo che «Rabin ha ucciso i sopravvissuti dell’Olocausto sull’Altalena» e «ha causato la morte di 2.000 israeliani», in riferimento alla nave dell’Irgun, il gruppo paramilitare di destra, con a bordo armi francesi acquistate in segreto, che fu affondata a cannonate nel 1948 dall’esercito del neonato Stato di Israele. I morti non furono duemila ma 19. All’epoca Rabin era un comandante militare e David Ben Gurion primo ministro.