«Nessun panico: si tratta solo di prendere coscienza del clima che si respira in questo momento, che non è l’ideale né per il pubblico né tanto meno per gli ospiti». Alessandra Speciale, direttrice insieme a Annamaria Gallone del Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina – previsto a Milano dal 21 al 29 marzo – spiega la decisione di farlo slittare dal 2 al 10 maggio a causa dell’emergenza coronavirus. Nonostante per il momento l’ordinanza del Consiglio dei ministri diramata domenica – che sospende fra le tante cose le manifestazioni culturali in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto – arrivi solo all’8 marzo. Ma l’ordinanza potrebbe venire rinnovata, come è già accaduto la settimana scorsa: un’«incognita» che è fra i motivi per cui si è preferito rimandare il Festival milanese.

CHE NON È l’unico a prendere questa decisione: anche il Bergamo Film Meeting (che si sarebbe dovuto tenere dal 7 al 15 marzo) rimanda la sua trentottesima edizione all’ultima settimana di maggio, dopo la conclusione del Festival di Cannes (12-23 maggio), che due giorni fa ha diramato a sua volta un comunicato: «Il Festival di Cannes sta monitorando attentamente gli sviluppi e le linee guida fornite dalle autorità locali, nazionali e internazionali riguardo al coronavirus, ed è in contatto diretto con l’ufficio amministrativo delle Alpi Marittime. Al momento è ancora prematuro esprimere ipotesi su di un evento in programma tra due mesi e mezzo». Le date precise in cui si terrà il Bfm saranno annunciate questa settimana, ma è già confermato che insieme al festival si terrà la prima edizione degli Industry Days bergamaschi prevista appunto per quest’anno. Così come il Festival cercherà di mantenere il più possibile invariata la selezione 2020, compresi gli ospiti – fra i quali ci sono Jerzy Skolimowski e Malcom McDowell.

«LA NOSTRA reazione iniziale è stata di resistere», dice ancora Alessandra Speciale, che spiega come il Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina sia stato infine rimandato: «Il problema non sono solo le sale chiuse: alcune compagnie aeree hanno cancellato i voli verso l’Italia, e fra gli ospiti c’era già qualche comprensibile defezione, non temono tanto il contagio quanto la possibilità di rimanere bloccati in Italia. Ma ci sono anche casi come quello di un professore universitario svedese che avuto il divieto totale di partecipare congressi o meeting fino a fine marzo». Inoltre questo per il Fescaaal non è un anno qualsiasi: «Festeggiamo il trentennale e non volevamo farlo in sordina. Partecipare a un Festival non vuol dire solo andare al cinema ma condividere un momento festoso, di socialità. E con questo clima di preoccupazione sarebbe sembrato andare troppo controcorrente, forzare un po’ la mano». Per maggio, conclude Speciale, «riusciremo a mantenere la programmazione intatta, anche con le stesse anteprime» – ma naturalmente l’impatto economico dello spostamento sarà pesante.

Intanto i dati sul cinema sono disastrosi: fra il 27 febbraio e il primo marzo, con le sale chiuse in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli e Piemonte (dove nel frattempo sono state riaperte) gli incassi sono calati del 75,62%: nello stesso periodo l’anno scorso erano di 8.384.644 euro, quest’anno sono appena 2.043.772 euro. E le uscite dei film in sala continuano a venire posticipate – il caso più recente è quello di Honey Boy di Alma Har’el che sarebbe dovuto arrivare nei cinema italiani giovedì prossimo ed è stato invece rimandato a data da destinarsi. A sfidare la condizione sfavorevole delle sale è invece Volevo nascondermi di Giorgio Diritti (il biopic su Ligabue che è appena valso a Elio Germano il premio come miglior attore alla Berlinale), che nonostante l’ordinanza ministeriale che rende inaccessibili tanti cinema del nord uscirà mercoledì 4 marzo.

A VENIRE rimandato è anche il Lucca Film Festival (che non si terrà più dal 18 al 26 aprile ma dal 28 maggio all’8 giugno), mentre a livello internazionale è giunta oggi la notizia della cancellazione del Festival dei diritti umani di Ginevra. Mentre per gli addetti ai lavori italiani resta in sospeso la possibilità di partecipare ad alcuni eventi all’estero: ad esempio non saranno ammessi all’edizione numero uno del Red Sea International Film Festival, la prima rassegna cinematografica della storia dell’Arabia Saudita, che si terrà a Gedda a partire dal 12 marzo.