Cina e Stati uniti lavoreranno insieme per convincere il governo nordcoreano di Pyongyang a rinunciare alle armi nucleari. Lo ha sostenuto ieri il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, dopo l’incontro avuto a Pechino con il ministro degli Esteri cinesi Wang Yi. Entrambi hanno concordato che le tensioni nella penisola coreana sono a livelli «molto alti», ma le strade per ridurli, divergono. Wang chiede la ripresa dei negoziati con Pyongyang e ribadisce la totale opposizione della Cina all’arrivo dei sistemi antimissile nordamericani Thaad in Corea del Sud, considerati una minaccia alla sicurezza nazionale.

LA CINA – ha detto Wang – «dà molta importanza» alla visita del segretario di Stato Usa e i due paesi devono trovare «una relazione commerciale giusta». Sulla Corea del Nord, come sulla sovranità cinese su Taiwan, o sulle dispute nel mare della Cina meridionale, le posizioni delle due principali economie mondiali restano distanti. Tillerson ha affermato che «gli sforzi fatti negli ultimi vent’anni non hanno portato risultati sullo stop dei programmi nucleari illegali della Corea del Nord».

I MEDIA USA amplificano le notizie provenienti dalla Corea del sud secondo le quali Pyongyang avrebbe installato una fabbrica per produrre litio arricchito (il litio 6), vicino al complesso chimico di Hungnam, nella città orientale di Hamhung (nell’est del paese). Un indizio che la Corea del Nord starebbe intensificando gli sforzi per sviluppare bombe all’idrogeno. Pyongyang ha annunciato di aver realizzato con successo una prova l’anno scorso e si è detta pronta a far pagare un prezzo altissimo agli Usa in caso di aggressione.

LA VISITA de Tillerson in Cina, la prima di un esponente dell’amministrazione Trump, conclude il suo viaggio in Asia, il primo da quando ha assunto l’incarico. Prima di recarsi a Pechino, Tillerson ha visitato il Giappone e Seul, paesi alleati nei quali ha avvertito che l’arma della diplomazia, usata da Obama con Pyongyang ha fatto il suo tempo.