Oggi a Strasburgo il parlamento europeo riunito in plenaria vota la controversa riforma del copyright. Il testo del provvedimento, elaborato faticosamente in una trattativa con la Commissione Ue dopo la prima approvazione dello scorso settembre, adatta la legge europea del 2001 all’epoca delle piattaforme digitali. Al centro delle polemiche da mesi ci sono gli articoli 11 e 13 del testo. A seguito di una lunga mediazione sono stati parzialmente modificati. Il primo, rinominato «link tax», si occupa della tutela dell’informazione che non potranno essere usati da siti terzi tramite la pubblicazione di piccoli estratti e riassunti degli articoli. Una mediazione per preservare le prerogative dei giornali e sembra evitare l’oscuramento di siti e blog che pubblicano o ripostano le notizie. Questa riforma è sostenuta dagli editori e dagli artisti che chiedono una «remunerazione equa» delle piattaforme che usano i contenuti. Da Giulio Rapetti Mogol, a Ennio Morricone, Nicola Piovani, Paolo Conte, l’appello agli europarlamentari è «approvate la direttiva».
L’articolo 13 del provvedimento è ancora più dibattuto. Le grandi piattaforme «Over the Top», da Facebook a Google o Youtube, dovranno adottare un «filtro preventivo» attraverso il quale potranno rimuovere le violazioni del diritto d’autore. Uno strumento che può correre il rischio di diventare una censura hanno osservato Tim Berners-Lee Vint Cerf, tra gli altri, in una lettera al presidente del parlamento Ue Antonio Tajani.
Le norme hanno escluso da questi obblighi start up e piccole imprese, oltre che piattaforme collaborative senza scopo di lucro come Wikipedia. Tuttavia da ieri il sito dell’enciclopedia libera online è rimasto oscurato per 24 ore in segno di protesta. «Entrambi gli articoli rischiano di colpire in modo rilevante la libertà di espressione, la partecipazione e la creatività online – si è letto sul banner su sfondo nero apparso sulla pagina – La direttiva darà agli editori il potere di limitare la diffusione di notizie e titoli in ogni sito altrui (articolo 11). Costringerà inoltre quasi tutti i siti ad analizzare preventivamente ogni contributo dei propri utenti per bloccarli automaticamente se non autorizzati dalle industrie del copyright (articolo 13)». I responsabili della pagina italiana hanno invitato gli utenti a scrivere agli eurodeputati. Per lo stesso motivo il 21 marzo scorso sono state oscurate le pagine in tedesco, slovacco, ceco e danese.
«Un messaggio allarmistico» lo ha definito l’eurodeputato Pd Nicola Danti. Di parere contrario è Isabella Adinolfi (M5S) che invita a stralciare i due articoli e ad approvare la direttiva.