La polizia olandese non ha esitato a tirar fuori le armi e a sparare venerdì notte a Rotterdam per disperdere i manifestanti scesi in strada contro le nuove misure adottate dal governo per frenare la diffusione del Covid. Fortunatamente il ricorso alle armi non ha provocato danni irreparabili: al termine degli scontri si sono registrati solo due feriti lievi e una cinquantina di arresti a fronte di diverse auto della polizia date alle fiamme e danneggiate dai manifestanti.

«UN’ORGIA DI VIOLENZA», ha definito quanto successo il sindaco di Rotterdam, Ahmed Aboutaleb, firmando per la notte un coprifuoco de facto su gran parte della città. A scatenare l’ira dei manifestanti sono state le nuove misure restrittive annunciate venerdì scorso dal governo dimissionario di Mark Rutte che, tra i primi in Europa, ha re-imposto un semi-lockdown in Olanda: chiusura anticipata alle 20 di supermercati e dei ristoranti e alle 18 per i negozi di beni non essenziali, divieto di accesso al pubblico ai grandi eventi sportivi e una serie di raccomandazioni rivolte alla popolazione.

Le decisioni del governo sono un tentativo di rispondere all’impennata di casi di coronavirus (quasi il 20% di test positivi su oltre mezzo milione di tamponi effettuati dal 9 al 16 novembre con un aumento dei ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive) registrati nei Paesi Bassi nelle ultime settimane, nonostante quasi l’85% (il 72% della popolazione complessiva) delle persone maggiorenni sia ufficialmente dichiarata «pienamente vaccinata».

Oltre alle misure già prese, il premier Mark Rutte avrebbe anche l’intenzione di introdurre anche nei Paesi Bassi il sistema delle 2G: l’accesso ai locali pubblici sarebbe garantito solo a vaccinati e guariti. E proprio questa possibilità sembra aver motivato l’escalation di violenza vista a Rotterdam e condannata anche dal leader dell’estrema destra Geert Wilders, che su Twitter ha pubblicato la foto di un blindato in fiamme accompagnata dalla scritta «questa non è una protesta ma terrore. Totalmente inaccettabile».

PIÙ SFUMATA, invece, la posizione del leader dell’altro partito della destra populista FvD, Thierry Baudet, che strizza l’occhio al mondo no vax e no green pass, definendo i non vaccinati «i nuovi ebrei» in un’assurda comparazione storica tra l’oggi e le persecuzioni naziste, e invitando i suoi followers su Twitter a «non prendere il vaccino».

 

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Le proteste di venerdì arrivano a soli pochi mesi da quelle incendiarie di fine gennaio quando migliaia di persone in tutta Olanda, soprattutto giovani ma non solo, sono scese in piazza in grandi e piccole città a contestare l’introduzione del coprifuoco con il divieto di circolare per le strade dalle 21 alle 4.30. Anche in quei giorni i manifestanti hanno occupato le strade non solo di grandi centri come Amsterdam o Den Haag ma anche di località più periferiche per chiedere il ritiro delle norme adottate per frenare la diffusione del virus da parte di un governo che non sembra aver mai preso troppo sul serio la pandemia.

LO AMMETTEVA lo stesso premier Mark Rutte a luglio nel messaggio di scuse rivolto alla nazione per il rilassamento troppo anticipato delle misure contro il Covid: «Abbiamo fatto un’errata valutazione e ci scusiamo per questo». Parole che non hanno impedito un nuovo rilassamento delle misure a settembre, a tal punto da permettere lo svolgimento a metà ottobre del festival ADE (Amsterdam Dance Event) con oltre 300.000 partecipanti nella capitale olandese e almeno un migliaio di casi di infezioni comprovate.

E ora, a partire dalla scorsa settimana, visti i dati in crescita delle nuove infezioni, è stato varato un nuovo irrigidimento che potrebbe aprire la strada, qualora l’impennata dei casi non si fermasse, a ulteriori misure restrittive.