Un cast di sole donne, o quasi: Nicole Kidman, Kirsten Dunst, Elle Fanning, le giovanissime Angourie Rice e Addison Riecke erano ieri a Cannes per presentare insieme a Sofia Coppola – e alla loro «vittima sacrificale» nel film, Colin Farrell – L’inganno (The Beguiled), il nuovo lavoro di Sofia Coppola.

«Al centro del film c’è lo scontro di potere tra uomini e donne» – spiega la regista americana a proposito di questo suo remake di La notte brava del soldato Jonathan di Don Siegel. Ma la parola remake non le piace: «Ho cercato di pensare il meno possibile alla prima versione del film, mi sono rifatta principalmente alla storia raccontata dal romanzo (scritto da Thomas Cullinan nel 1966) per raccontarla dal punto di vista delle donne invece che del soldato, come avveniva nel film di Don Siegel». Due lavori diversi e due prospettive complementari dunque, e infatti Coppola racconta che Quentin Tarantino le ha proposto di fare un double bill (una doppia proiezione) con entrambi i titoli in cartellone.

L’idea di girare The Beguiled, le è stata suggerita da un amico anni fa. «In un primo momento ho risposto che non avrei mai fatto un remake. Ma poi l’idea ha continuato a ronzarmi in testa, anche perché pensavo che sarebbe stato interessante osservare questo mondo femminile, composto di donne in diverse fasi della loro vita – durante la Guerra Civile americana». L’arrivo nel loro mondo isolato del soldato unionista ferito interpretato da Farrell, John McBurney, «scatena una reazione violenta a causa dell’oppressione che queste donne subiscono da tempo», osserva Kirsten Dunst, nel film l’insegnante di francese Edwina Dabney. Una reazione violenta in tutti i sensi: «Per la prima volta in The Beguiled ho ’abbracciato’ il gore, lo spargimento di sangue – sottolinea la regista – anche se ciò che non viene rappresentato rimane sempre più spaventoso di ciò che si vede sullo schermo». A Colin Farrell viene invece chiesto dell’inevitabile confronto tra il suo personaggio e quello di Clint Eastwood, protagonista del film di Don Siegel. Ma l’attore irlandese osserva che la sua fonte di ispirazione è stata principalmente l’esperienza dello stesso John McBurney, che nella storia del film, e del romanzo, è un immigrato irlandese appena giunto negli Stati uniti: «Come molti dei miei compatrioti che hanno lasciato l’Irlanda in cerca di una vita migliore».

Al vertice di questo piccolo universo al femminile troviamo miss Martha, interpretata da Nicole Kidman che solo pochi giorni fa presentava un altro film in concorso da lei interpretato sempre insieme a Colin Farrell – The Killing of a Sacred Deer di Yorgos Lanthimos – e che a Cannes è anche protagonista di altri due lavori: Top of the Lake, serie tv di Jane Campion, e How to Talk to Girl at Parties di John Cameron Mitchell. «A cinquant’anni appena compiuti non ho mai lavorato così tanto» confessa l’attrice, molto critica comunque rispetto alla parità dei generi nel mondo del cinema. «La gente continua a dire che rispetto al passato molto è cambiato. Ma non è vero: solo il 4,2% dei principali film del 2016 sono stati girati da donne, mentre dei 4000 episodi di serie tv prodotti l’anno scorso solo 186 avevano delle donne alla regia. Sono statistiche del Women in Film group». La recente partecipazione di Kidman a serie come appunto quella di Jane Campion o Big Little Lies riporta alla querelle tra il Festival di Cannes e Netflix.«Sono molto felice di aver girato in 35 mm – dice Sophia Coppola – per cui The Beguiled è pensato per essere visto sul grande schermo».