La Francia in stato d’emergenza si prepara ad accogliere la Cop21, la conferenza sul clima dell’Onu, il più grande appuntamento diplomatico nella capitale francese dal ’48, con la presenza di più di 140 capi di stato e di governo, domenica e lunedi’, e 40mila delegati, per dei negoziati che dureranno fino al 12 dicembre, al Bourget.

Parigi sarà in tilt. Comune e regione hanno annunciato che métro e Rer (rete express regionale) saranno gratuiti da domenica pomeriggio e lunedi’, e hanno consigliato di non prendere l’auto. Ma ieri la Prefettura ha sconsigliato anche di prendere i trasporti pubblici e praticamente di restare a casa.

Lo stato di emergenza ha conseguenze pesanti. Le manifestazioni sono proibite. Greenpeace ha annunciato che ieri mattina già 15mila parigini si erano inscritti sul sito march4me.org per affidare ad altri cittadini, abitanti delle più di cento città dove ci saranno delle manifestazioni, il compito di rappresentarli nei cortei previsti, postando una foto, con il nome, l’iniziale del cognome e la città di origine, cosi’ sarà possibile anche mettere in relazione gli «impediti» con i manifestanti.
Ma non tutte le organizzazioni ci stanno. Attac e altri, in particolare quelle riunite in Stop Tafta (contro il Ttip), hanno deciso di sfidare la proibizione, con una «catena umana» sul boulevard Voltaire (a partire dalle 11,30, domenica). C’è un appello per «sfidare lo stato d’emergenza» e disobbedire alla proibizione della Marcia per il clima che era prevista il 29.

La polizia è nervosa, la Prefettura avverte: «stanno circolando parole d’ordine per invitare ad azioni rivendicative violente», in occasione della Cop21, ma «la forte mobilitazione delle forze di sicurezza per lottare contro la minaccia terrorista non deve essere sviata per rispondere ai rischi di ordine pubblico legati a queste manifestazioni». All’inizio erano previste più di 400 iniziative ai margini della Cop21, una settantina sono state annullate.

Lo stato di emergenza prevede anche una deroga ai diritti garantiti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

La Francia ha notificato ufficialmente la richiesta, per evitare che eventuali denunce vengano accolte dalla Corte europea (evidentemente, la deroga non riguarda dei diritti inalienabili, come il diritto alla vita, la proibizione della tortura, dei trattamenti inumani o degradanti, della schiavitù). Ma lo stato di emergenza dà mano libera alla polizia, che ha già realizzato in pochi giorni più di 1600 perquisizioni. Nel mirino ci sono organizzazioni musulmane o individui sospettati di radicalità.
Ma ne stanno facendo le spese anche i militanti ecologisti. In particolare, sono sotto l’occhio vigile della polizia i «zadistes» (da “zone à défendre”) di Notre-Dame-des-Landes, i contestatori della costruzione del nuovo aeroporto a Nantes, un movimento che dura ormai da anni.

Dei militanti sono venuti in bicicletta e con i trattori verso Parigi, ma la polizia ha impedito loro ieri di arrivare a Saclay, dove era previsto un «buffet conviviale» per denunciare «l’ipocrisia della Cop21».

Il plateau di Saclay è ormai proibito ai militanti ecologisti, che ieri hanno denunciato «la criminalizzazione di atti pacifici». Le perquisizioni, difatti, hanno riguardato in tutta la Francia anche molti militanti ambientalisti e alternativi. Europa Ecologia-I Verdi ha denunciato ieri la «moltiplicazione di misure che colpiscono le libertà fondamentali contro i movimenti associativi e ecologisti».