Alla fine ha prevalso la ragione. Nelle ordinanze firmate ieri mattina da Eugenio Giani, resta in zona rossa per un’altra settimana anche l’area metropolitana di Firenze insieme ai limitrofi comuni senesi e pisani, che vanno ad aggiungersi all’intera provincia di Prato e al comprensorio dell’Empolese Valdelsa. Nel complesso mezza Toscana resta nella fascia più alta di attenzione, perché al di là dell’incidenza cumulativa a sette giorni, che era stata di 230 casi per 100mila abitanti e quindi da zona arancione, la saturazione di posti letto e terapie intensive in tanti ospedali consigliava estrema cautela.
“Di comune accordo con il ministro Speranza e con tutti i sindaci, dopo sei riunioni nella tarda serata di ieri per condividere ogni scelta – ha spiegato il governatore toscano – abbiamo deciso di mantenere ancora una settimana in rosso i territori della Provincia di Prato e della Città metropolitana di Firenze, capoluogo compreso. Sono cinque giorni in più, ma sono quei cinque giorni che ci servono a non ingolfare gli ospedali”.
L’ordinanza, precisa Giani, stabilisce una scadenza per le zone che restano in rosso, quella di sabato prossimo alle 14. Nel complesso è comunque una decisione salutata positivamente dai sanitari: “Per quanto difficile – osserva Pietro Dattolo che guida l’Ordine dei medici di Firenze – condivido la scelta della Regione, appoggiata anche dalla Città metropolitana, di non passare l’area del fiorentino in zona arancione. Rimanere in rosso è indubbiamente un sacrificio, ma è necessario per la salute delle persone. Una garanzia per i malati, e per la tenuta del sistema ospedaliero”.
Analogo il ragionamento di Giancarlo Landini, che presiede la Fondazione Santa Maria Nuova del più antico ospedale fiorentino: “Mantenere Firenze, Prato ed Empoli in zona rossa è stato un segno di responsabilità. La situazione nei nostri ospedali non consente assolutamente il passaggio in zona arancione. Forse dovevamo mantenere tutta la Toscana in zona rossa, ma se i dati indicano che ci sono le condizioni per cambiare colore, allora ha fatto bene la Regione. Firenze però no: qui gli ospedali sono in sofferenza, abbiamo più di 500 pazienti Covid ricoverati tra noi e Careggi, più di 300 in low care, oltre 100 in rianimazione. Tutti malati gravi con necessità di ossigeno”.
I medici sono unanimi nel giudizio, per riportare i reparti di nuovo con numeri accettabili e sicuri ci vorranno ancora settimane: “Già con le restrizioni attuali fatichiamo a contenere l’epidemia. Dobbiamo frenare l’aumento di ricoveri, e al momento circa il 30-40% dei ricoverati necessita di ventilazione”. Intanto ci sono da registrare 1.177 nuovi casi di contagio nella regione, con un lieve abbassamento rispetto a venerdì ma con l’indice di positività, esclusi i tamponi di controllo, ancora alto, al 13,1% . I ricoverati sono 1.974, 14 in meno rispetto a venerdì, ma in terapia intensiva ce ne sono 286, due in più. E altri 28 anziani, con un’età media di 79,4 anni, sono morti.