Una giustizia troppo lenta rispetto agli altri paesi europei, maggiori controlli sulle inchieste e un monito ai pubblici ministeri perché siano più riservati, evitando fughe di notizie capaci di condizionare l’opinione pubblica. Ma anche la necessità di approvare al più presto alla riforma penale, l’abolizione del reato di clandestinità, giudicato inutile, e un richiamo sulla prescrizione che andrebbe fermata dopo il giudizio di primo grado. Il primo presidente delle Corte di cassazione Giovanni Canzio inaugura l’anno giudiziario parlando davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una cerimonia alla quale le toghe arrivano divise, con l’Associazione nazionale magistrati che per la prima volta diserta l’appuntamento in segno di protesta contro il governo. In compenso, seduto nell’aula Magna del Palazzaccio, quest’anno c’è il premier Paolo Gentiloni che marca così un segno di differenza rispetto al suo predecessore Matteo Renzi che negli anni passati si fece notare per la sua assenza.

RICHIAMO AI PM «Merita di essere presa in seria considerazione la proposta – dice Canzio – di aprire talune, significative finestre di controllo giurisdizionale nelle indagini, piuttosto che prevedere interventi di tipo gerarchico o disciplinare». Il presidenza della Corte di cassazione punta il dito contro le inchieste troppo lunghe e sulle fughe di notizie che caratterizzano spesso i procedimenti più importanti. Troppa «autoreferenzialità» da parte dei pm, prosegue, anche nei rapporti con la stampa. Il che porta l’opinione pubblica a «esprimere sentimenti di avversione» verso sentenze di proscioglimento o di condanna se giudicate troppo miti. Il che crea «una frattura tra gli esiti dell’attività giudiziaria e le aspettative di giustizia».

PRESCRIZIONE Si tratta di un punto sul quale Canzio ha insistito anche nel suo discorso dell’anno passato. E’ «irragionevole – spiega – che la prescrizione continui a proiettare gli effetti estintivi del reato nel corso del processo, pur dopo la condanna di primo grado». Questo nonostante in Cassazione il numero delle prescrizioni sia «irrisorio» e nell’ultimo anno abbia riguardato circa 767 processi, pari all’1,3% del totale. Più corretto, per Canzio, sarebbe «intervenire con misure acceleratorie sulla durata dei giudizi di impugnazione».

REATO DI CLANDESTINITA’ Per i primo presidente della cassazione è «inefficace» mentre «la configurazione di un illecito e di sanzioni amministrative, fino all’espulsione, darebbe risultati più concreti». Un concetto che Canzio ripete fin dal giorno della sua nomina, con il parlamento che aveva anche cominciato ad abolire il reato salvo poi fermarsi per un incrinare la tenuta della maggiorana. Oltre alla sua abolizione proprio al parlamento Canzio chiede invece leggi in grado di consentire più rapidamente l’esame delle domande di protezione internazionale, in particolare per i minori non accompagnati.

CORRUZIONE Per Canzio occorrono misure più severe per combatterla perché, nonostante sia «fortemente avvertita nel paese sia nella Pubblica amministrazione che tra i privati», essa non trova riscontro nelle rilevazioni delle statistiche giudiziarie». Né in quelle nazionali né in quelle della Cassazione, dove i procedimenti del 2016 sono stati solo 273, pari allo 0,5% del totale di quelli trattati. Per Canzio occorre dunque «avviare una profonda riflessione sull’efficacia delle attuali misure, preventive, repressive, di contrasto al fenomeno».

TERRORISMO Di fronte alle minacce del terrorismo internazionale occorre arrivare all’istituzione di una procura europea, fino a oggi bloccata dal prevalere di interessi nazionali, per consentire un maggiore coordinamento delle indagini, insieme «ad adeguate misure di polizia e prevenzione». Considerando anche la possibilità do configurare gli atti di violenza terroristica come crimini contro l’umanità. E massima attenzione anche a quanto avviene in rete e nelle carceri, luoghi nei quali avvengono l’arruolamento e la radicalizzione. «Solo attraverso un trattamento carcerario più umano e finalizzato all’integrazione – avverte Canzio – può attenuarsi, almeno in parte, il rischio di pericolosi integralismi»

ADOZIONI Per quanto riguarda la stepchild adoption, Canzio ricorda come due sentenze della cassazione (n.12962 e n.19599) riconoscano sia la legittimità da parte del partner del genitore biologico che la legittimità del riconoscimento e della trascrizione dell’atto di nascita di un bambino nato all’estero da due madri grazie alla fecondazione assistita. «Emerge una ricostruzione dell’istituto della famiglia intesa come comunità di vita e di affetti» il cui «criterio guida resta quello dell’interesse preminente del minore». I giudici quindi, non si sottraggono ai loro compiti, sottolinea Canzio, sottolineando però come sia dovere del parlamento provvedere adesso a una legge.