Sarantis Thanopulos: «Penso Silvio che la morte, fatta scendere dal suo trono, come hai detto, non ci chiama più nel suo regno, strappandoci alla vita da fuori, ma cammina tra di noi facendo strage dei sentimenti. I sentimenti, come giustamente dici, nascono dal “contatto”. Direi a partire da quello fisico, ma andando ben oltre: il “toccarsi” che si stabilisce con la memoria e con l’immaginazione (amica del ricordo e dell’inconsueto, capace di proiettarci lontano nello spazio e nel tempo). Il contatto include tutti gli oggetti “inanimati”, le opere d’arte, i panorami, i libri, la musica, il cibo, che danno espressione, comunicazione e vita relazione più complessa e ampia ai nostri sentimenti. E ai nostri pensieri che quando si dissociano dai sentimenti sono costruzioni mistificanti.

Ti potrebbe interessare sapere che è rimbalzato, anche da noi, agli onori della cronaca il ‘sesso ascellare’. L’ascella come sostituto della vagina per evitare la penetrazione. Ma accade anche che la vagina sia usata come ascella. Il campo sessuale è quello più infestato oggi dalla contraffazione del contatto. Che non è vero quando la stimolazione dei sensi non va in profondità, non coinvolge e impegna tutta la nostra materia psicocorporea, non ci fa compenetrare con l’altro».
Silvio Perrella: «Se si mina il contatto è perché da qualche parte si sa ancora che senza una vera relazione niente esiste. E dunque si fa finta che quella relazione ci sia; la si recita mettendo tra noi e l’altro un racconto infestante che ci raffigura come dovremmo essere e ci distanzia da noi; un racconto del quale non sappiamo neanche chi sia il vero autore: un racconto ancorato a nulla.

Il contatto è la nostra fonte; se non c’è siamo in balia dell’insensato. E certo non parlo solo di un contatto pelle a pelle, perché, sì, “il contatto include tutti gli oggetti ‘inanimati’”.

Un poeta spagnolo diceva che l’infanzia è una favola di fonti. È questa favola di fonti che purtroppo sempre di più scarseggia in noi. Al punto che anche l’atto d’amore, il compenetrarsi l’uno nell’altra, viene spostato verso l’assurdo de-realizzato del pornografico. Nessuno di noi sa più come venirne fuori, come riapprodare al territorio scabro del Reale. Forse dovremmo ricominciare da esercizi di percezione, da piccoli gesti quotidiani, da ritualità personali che ci ricolleghino al cosmo, ai sentimenti. Non credi?».

Sarantis Thanopulos: «Hai ragione, la contraffazione silenzia l’oscura percezione di irrealtà che l’estraniazione tra di noi produce. Da molto tempo il vero scontro politico e tra la biopolitica, la riproduzione di automi, biologicamente vivi, ma psichicamente inerti (Foucault, Agamben) e la politica dei sentimenti, degli esseri umani che desiderano, sentono e pensano. Questa politica non fabbrica sentimenti supposti veri. Crea le condizioni economiche, culturali e politiche che sostengono i gesti dell’intimità. Gli spostamenti dal nostro centro di gravità che, sbilanciandoci reciprocamente, ci legano l’uno all’altro».

Silvio Perrella: «Ho letto tempo fa un libro di Adriana Cavarero. S’intitola Inclinazioni. Insegue figure che si curvano una verso l’altra. Si curvano come avviene alla ginestra leopardiana sotto la sferza del vento. Sì, i sentimenti oggi potrebbero avere una grande valenza politica, se solo sapessimo inclinarci verso gli altri, se sapessimo spostare il nostro centro di gravità. Certo, è un movimento che non sappiamo più fare. Ma può capitare all’improvviso che si apra un varco. Ed ecco che in quello spazio né mio né tuo si creino l’energia e la possibilità del contatto. In quel caso non ci sarà “ascella” che tenga. Quel che davvero desideriamo è che l’Eros ci prenda e ci trasporti con sé».