«La storia ci chiama» ha detto Pedro Sánchez durante il discorso sullo stato della nazione, prima di annunciare alcuni provvedimenti volti a rintuzzare la crisi economica, alcuni dei quali già accantonati o scartati nei mesi scorsi generando scontento in Unidas Podemos e tra gli indipendentisti baschi e catalani. Ma l’inasprimento della guerra del gas con Mosca e il continuo aumento dei prezzi – in Spagna l’inflazione viaggia al 10,2%, oltre la media europea – hanno convinto il leader socialista ad accelerare. Giusto in tempo per i notiziari di metà giornata, Sánchez ha informato sul varo di due nuove imposte straordinarie che avranno la durata di due anni: una si abbatterà sui profitti stellari delle imprese energetiche, l’altra su quelli accumulati dalle banche grazie al rialzo dei tassi d’interesse. Le misure mirano a portare nelle casse pubbliche 3,5 miliardi l’anno, utili a tamponare gli effetti dell’aumento dei prezzi sui settori sociali più deboli. Aumento dei prezzi, come dimostra uno studio dell’Ufficio Economico del sindacato Cc.Oo., frutto della speculazione e all’80% circa della crescita esponenziale dei profitti d’impresa, mentre i salari rimangono al palo o quasi.

«Questo governo non tollererà che imprese o singoli individui approfittino della crisi. I profitti provengono dalle tasche dei consumatori» ha promesso Sánchez. Per tentare di abbattere i consumi energetici privati, da settembre a dicembre gli abbonamenti per il trasporto ferroviario statale a corta e media percorrenza saranno gratuiti, e anche le comunità autonome concederanno lauti sconti. L’esecutivo poi concederà 400 euro a tutti gli studenti con più di 16 anni che beneficiano di una borsa di studio e sbloccherà la Operación Campamento, un piano per la realizzazione a Madrid di 12.000 alloggi, il 60% dei quali a gestione pubblica.

Imbracciando alcuni degli argomenti utilizzati dalle sinistre per criticarne lo scarso coraggio, l’ultima parte del suo intervento Sánchez l’ha dedicata ai provvedimenti che intende approvare nell’ultimo anno di legislatura: dalla legge per la mobilità sostenibile a quella contro la tratta e lo sfruttamento degli esseri umani, dalla norma contro la discriminazione razziale alle leggi sul segreto di stato (quella in vigore risale al franchismo) e sulle lobby. E poi la legge sulla casa, finora rimandata a per i contrasti tra il Psoe e Up, e quella sulla «Memoria Democratica» che incontra resistenze nello stesso Partito socialista.

Mentre Miguel Tellado del Pp prometteva opposizione, i viola hanno rivendicato la «svolta a sinistra» quale frutto delle proprie pressioni. Difficilmente, però, Up potrà bloccare l’aumento di un miliardo della spesa militare decisa dal premier.