La cartina di tornasole della stagione di rinnovi contrattuali ai tempi del Jobs act e con inflazione quasi zero saranno certamente loro: gli alimentaristi. Ieri a Cervia (Ravenna) si è chiusa l’Assemblea nazionale unitaria di quadri e delegati, una unicità nel panorama sindacale italiano. I rappresentanti di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila hanno approvato le piattaforme di rinnovo dei contratti Industria e cooperazione alimentare dopo le assemblee che hanno coinvolto oltre 190mila lavoratori, registrando un consenso del 96,7%.

«Abbiamo consolidando una tradizione della nostra categoria», spiega StefaniaCrogi, segretario generale Flai Cgil. «Queste piattaforme rappresentano una sfida del tutto nuova. Non ci siamo mai trovati a rinnovare un contratto nazionale in un contesto nel quale il governo interviene a gamba tesa con normative legislative sul mercato del lavoro e sui diritti dei lavoratori. Le nostre piattaforme – continua Crogi – si caratterizzano anche per la volontà di mitigare e ricondurre in un ambito negoziale quello che il governo ha tentato di distruggere: il diritto dei lavoratori al reintegro sul posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo, il recupero del demansionamento attraverso la contrattazione e norme anche per la videosorveglianza e per i licenziamenti collettivi. Ma soprattutto vogliamo rilanciare il nostro ruolo contrattuale per quanto riguarda l’autorità salariale: la richiesta che abbiamo messo in piattaforma di 150 euro è una scommessa sul futuro, sulla ripresa, sulla crescita, sull’aumento del Pil. Una scommessa possibile per un settore come l’alimentare, che, pur nella crisi, ha tenuto e ha dato buone performance nell’export», chiude Crogi.