Ora c’è la cifra nero su bianco. La ripartizione del nuovo Fondo europeo di transizione giusta da 7,5 miliardi assegna all’Italia 364 milioni. La cifra è stata resa pubblica dalla commissione nelle tabelle presentate ieri dall’esecutivo comunitario agli ambasciatori.
Il saldo per il nostro paese è negativo: dovrà versarne circa 900 milioni di euro per alimentare il fondo. Essendo un contributore netto al bilancio Ue come Germania e Francia, l’Italia dovrà versare una quota di risorse maggiore rispetto ai beneficiari netti per alimentare il prossimo bilancio 2021 -2027.
Un’entrata comunque importante che magicamente sale a quota 1,3 miliardi una volta aggiunto il cofinanziamento nazionale e dirottate le risorse dai fondi strutturali (Fesr e Fse). Tale cifra sarà – secondo le stime della Commissione Ue – in grado di mobilitare investimenti pubblici e privati per un totale di oltre 4,8 miliardi di euro.
La fetta del Fondo di transizione destinata all’Italia, 364 milioni in sette anni, è stata invece calcolata dall’esecutivo comunitario in base a una metodologia che tiene conto di diversi fattori ambientali, occupazionali, e la ricchezza pro capite del Paese.
Il paese che trarrà più vantaggio dal Just Transition Fund è la Polonia, nazione ancora dipendente dal carbone e piena di miniere, a cui andranno ben 2 miliardi – il massimo consentito per un solo Stato membro – più di un quarto del totae. Alla Germania dovrebbero andare 877 milioni di euro, a fronte di un contributo al fondo di circa 1,5 miliardi. La Francia dovrebbe ricevere 402 milioni di euro contro un circa 1,1 miliardi di contributo.
Le varie caratteristiche del fondo, dalla sua dotazione ai criteri di allocazione, dovranno ora essere discusse dagli Stati membri e anche dal Parlamento europeo per trovare un’intesa prima del 2021. Dalla discussione sul prossimo bilancio Ue potrebbe emergere variazioni nei criteri di contribuzione.