Il lavoro diplomatico che precede ogni vertice dei capi di stato e di governo è già cominciato. In vista del summit informale del prossimo 20 settembre a Salisburgo ieri il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk era a Roma dove ha incontrato il premier Giuseppe Conte, mentre oggi si recherà a Berlino per vedere la cancelliera Angela Merkel. Due i punti principali in agenda per il summit austriaco: l’immigrazione e la Brexit. Per quanto riguarda il primo, quello che sta più a cuore all’Italia, parlando con Tusk il premier ha detto di aspettarsi dei «segnali di progresso». In particolare Conte spera di riuscire a ottenere un meccanismo stabile che permetta di gestire, con il supporto della Commissione Ue, gli sbarchi, la distribuzione e i rimpatri. Si tratta della famosa cabina di regia della quale si era parlato nel Consiglio europeo di giugno ma mai realizzata per l’opposizione di molti Stati, specie del Nord Europa, contrari a ogni automatismo nella distribuzione dei migranti. «Ovviamente nei vertici informali non si assumono decisioni vincolanti» ha spiegato Conte convinto, però, che anche l’incontro del 20 servirà «a rafforzare le premesse per arrivare a un meccanismo che renda l’Europa credibile, stabile e sicura».

I toni pacati del premier vogliono essere un segnale di distensione verso Bruxelles dopo i continui ultimatum del ministro degli Interni Salvini. Le speranze di Palazzo Chigi rischiano però di essere ancora una volta deluse. L’Austria, alla quale spetta la presidenza di turno dell’Ue, ha infatti ben altri progetti, molto lontani dalle aspettative italiane. Il cancelliere Sebastian Kurz ha annunciato che il 20 a Salisburgo presenterà quello che nelle sue intenzioni dovrebbe diventare il nuovo piano europeo sull’immigrazione ma nel quale l’ipotesi di una distribuzione dei migranti non è neanche presa in considerazione. «La mia priorità è un’altra», ha ripetuto tre giorni fa il premier popolare che governa l’Austria in coalizione con l’estrema destra. Kurz ha aggiunto che se dipendesse da lui i migranti che «non hanno alcuna possibilità di ottenere asilo non dovrebbero affatto arrivare nella Ue, ma tornare il prima possibile nei Paesi di origine o di transito». E proprio la necessità di stipulare accordi con i paesi di origine per velocizzare i rimpatri sarà uno dei punti principali del piano insieme a un rafforzamento dell’Agenzia Frontex da utilizzare come guardia costiera e di confine.

Non si sa quanto realisticamente nell’elenco di paesi con cui siglare accordi per i rimpatri Kurz inserisce anche la Libia. Infine, l’Austria conferma di voler rispedire ai paesi di prima accoglienza (leggi Italia) i migranti arrivati in un secondo tempo nel suo territorio. E a proposito dei cosiddetti «secondari», ieri il ministro degli Interni tedesco Seehofer ha annunciato di aver raggiunto un accordo con l’Italia.