Per il secondo giorno di seguito Giuseppe Conte chiama a raccolta i parlamentari del Movimento 5 Stelle, per tastarne il polso e misurarsi su temi sensibili. Questa volta tocca alle misure contro il Covid, proprio mentre alla camera si discute la proroga dello stato d’emergenza. La questione è, appunto, particolarmente delicata: era già successo alla fine dello scorso novembre, quando il governo doveva decidere su terza dose e obbligo vaccinale, che il capodelegazione 5 Stelle Stefano Patuanelli dovesse sudare sette camicie per far digerire la linea dell’esecutivo alla base parlamentare.

«Siamo in uno stato di diritto dove non si può discriminare, abbiamo creato una tensione sociale infinita. Questa non è una battaglia che si può lasciare alla Lega», dice tra i tanti la vicepresidente del Copasir Federica Dieni, riferendosi alle posizioni dei salviniani a favore dell’allentamento dei controlli. Sono arrivati anche riferimenti polemici al sottosegretario alla salute espressione del M5S, Pierpaolo Sileri: «Il 25 gennaio ha fatto una affermazione terribile – attacca ad esempio il senatore Pietro Lorefice – ‘Per tutelare gli italiani renderemo ai non vaccinati la vita difficile’. Non mi riconosco in queste affermazioni, disconosco tante dichiarazioni fatte da Sileri». Lui risponde a muso duro: «Prima di parlare e di giocare sui numeri, attenzione – sbotta il sottosegretario – Perché ci sono persone titolate a farlo, alle quali noi ci rivolgiamo. Non credo che siamo migliori dell’Oms. È quando pensiamo di essere migliori degli altri, facciamo una cazzata».

E allora la capogruppo al senato Mariolina Castellone prova a metterci una pezza: «La Lega sta cavalcando l’onda dell’insofferenza, noi non siamo sciacalli come loro, che usano la pandemia pure per fare la campagna elettorale». Conte prima ascolta, poi difende Sileri e cerca di tenere a bada l’onda montante: «Dire che siamo fuori dalla pandemia non è proprio corretto, stiamo transitando nella fase dell’endemia. Non possiamo smantellare e dismettere le misure di precauzione sin qui adottate». Fino a quando non spunta persino un ordine del giorno: è sottoscritto da alcuni deputati grillini, primo firmatario Davide Serritella e chiede al governo di abolire il green pass. Il capogruppo alla camera Davide Crippa parla di «fuga in avanti» e scomunica l’iniziativa: «Non corrisponde alla linea fin qui seguita». E l’ordine del giorno viene ritirato.