«Complimenti ai sindaci di Ginosa, Noicattaro e Pinerolo, che vengono confermati alla guida delle loro città». A metà pomeriggio la viceministra dell’economia Laura Castelli dirama queste parole che, con tutto il rispetto per i tre comuni sopra citati, suonano un po’ laconiche rispetto alla posta in palio più generale e allo stato di salute elettorale del Movimento 5 Stelle.
In effetti, tra i grillini circola amarezza e anche spaesamento. Ci si chiede come mai il leader Giuseppe Conte fino a questo momento non abbia ancora deciso di esternare, lasciando eletti e iscritti di fronte al fatto che il Movimento 5 Stelle ha perso le due grandi città che amministrava (Roma e Torino, ma questo era avvenuto già dal primo turno due settimane fa) e che sia rimasto a bocca asciutta in tutti e venti i capoluoghi al voto. La beffa ulteriore arriva dopo i ballottaggi: il M5S ha perso Cattolica, altro comune in cui cinque anni fa aveva prevalso. E nonostante il flop di Enrico Michetti a Roma il M5S è riuscito a perdere contro il centrodestra nel municipio «delle Torri» di Roma. Vale a dire nell’avamposto di periferia del M5S ed erede simbolico del trionfo in questa parte di città che valse a Virginia Raggi il Campidoglio, in quel 2016 che ormai appare lontanissimo.

Poi Conte decide di commentare via Facebook. Concentra la sua analisi sull’astensionismo «vero protagonista di questa tornata di ballottaggi, un dato che deve farci riflettere e dovrebbe allarmare tutte le forze politiche». Rilancia la necessità della riorganizzazione interna: «Il Movimento 5 Stelle ha il dovere di dare una risposta a chi non crede più nella politica come soluzione – afferma – C’è poco da parlare e molto da fare. A partire dalla nostra immediata riorganizzazione, dalla nostra rinnovata capacità di saper rispondere ai territori, al cuore del nostro paese». «Si deve ripartire dai cittadini – aggiunge il deputato Stefano Buffagni – Si deve ripartire dall’ascolto, dal dialogo, perché dobbiamo obbligatoriamente comprendere i motivi alla base di disagi, tensioni e conflitti Come M5S dobbiamo riflettere e ripartire a pieno supporto di Giuseppe Conte per rivendicare le cose buone fatte al governo».

Conte garantisce che il M5S starà all’opposizione sia a Roma, che a Torino e Trieste, pur ricordando i casi in cui ha «contribuito alla vittoria di un ampio schieramento con la conseguenza che saremo responsabilmente coinvolti nei rispettivi governi cittadini». «Adesso aiuteremo il nuovo sindaco a partire da quanto di buono fatto nei cinque anni precedenti dal M5S», dice Roberta Lombardi a proposito del rapporto con la nuova amministrazione romana. Anche se, precisa, «lo scopo del nuovo M5S Roma, a seguito della riorganizzazione di Conte, deve essere riportare i romani al voto alla prossima tornata». Ma proprio sulla «riorganizzazione» vertono le attese dei parlamentari che confidavano nel nuovo corso e che aspettano che arrivi una sferzata. A questo punto Conte non ha più scuse, deve rompere gli indugi, comunicare i nomi della squadra che ha scelto per gestire la transizione dei 5 Stelle e mettere mano alla riorganizzazione territoriale.