Aveva deciso di aspettare che passasse il voto per le amministrative, Giuseppe Conte, per dare corso alla ristrutturazione del Movimento 5 Stelle. Ciò soprattutto perché non voleva che la (prevista) sconfitta dei grillini nei comuni ricadesse sulle spalle dei nuovi quadri del M5S. La scelta non è stata indolore: il caos, soprattutto tra i parlamentari che aspettavano il leader per trovare un punto di riferimento organizzativo e politico si è intensificato. L’assurdo è che per ore, nel corso della giornata di ieri, il M5S è stato sul punto di incepparsi di nuovo, e di congelare il processo che Conte ha rimandato, attirandosi le critiche di molti che lo considerano troppo attendista.

Va detto che questa volta l’ex presidente del consiglio sembrava pronto a procedere con le nomine. In lizza per un posto nella «segreteria» composta dai suoi vice ci sono Alessandra Todde, Mario Turco, Paola Taverna, Lucia Azzolina, Vito Crimi. Era pronto ad annunciarle oggi, nel corso di un’assemblea congiunta dei gruppi. Poi però è sorto un impedimento non da poco. L’organigramma del nuovo statuto prevede che anche i capigruppo alla Camera e al Senato affianchino l’azione del leader. Un motivo in più, per l’ex presidente del consiglio, per scegliere persone a lui vicine anche in quelle caselle.

Sul fronte di Palazzo Madama, il capogruppo uscente Ettore Licheri, considerato allineato, finisce il suo incarico a fine mese. Ma non sono previsti grossi problemi, visto che i senatori sono per la gran parte contiani. Diverso è il caso di Montecitorio, dove il presidente del gruppo Davide Crippa scade a dicembre ma ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di farsi da parte.

Il che significa, solo per dirne una, che se dovesse rimanere in carica fino alla fine, i 150 deputati grillini si ritroverebbero in mezzo al guado della nuova elezione di un direttivo del gruppo proprio mentre si scaldano i motori della trattativa per il Quirinale. Crippa viene considerato vicino a Beppe Grillo: è cioè uno di quegli eletti che non si sono messi di traverso all’elezione del nuovo capo politico, anche perché consapevoli del fatto che fosse l’unico modo per salvare il M5S dall’implosione, ma che non intendono seguirlo su tutta la linea. Da qui lo stallo, che ha costretto Conte a una specie di appello alla responsabilità: «Chiedo a tutti di evitare strumentalizzazioni che possano esacerbare gli animi, forse a beneficio di qualche singolo ma non di certo del Movimento 5 Stelle – ha detto in serata – Quello che interessa per noi non sono caselle e posizioni di potere ma le scelte migliori che possano portarci a centrare gli obiettivi del Movimento. Tutti siano concentrati su questo». Tradotto: questa sera l’assemblea ci sarà, ufficialmente per analizzare il risultato delle amministrative. Ma Conte pare proprio intenzionato a comunicare i nomi dei suoi vicepresidenti. Si prevedono altre ore di passione.