Giuseppe Conte candidato dell’alleanza giallorossa alle elezioni per il seggio alla Camera lasciato vacante da Pier Carlo Padoan? L’indiscrezione apparsa ieri sul Corriere che vedrebbe l’ex premier correre tra poche settimane nel collegio di Siena ha creato più di un malumore dentro il Pd toscano. Dal sindaco Dario Nardella alla segretaria regionale Simona Bonafè, fino al segretario provinciale si è scatenato un coro di no: «Serve un candidato del territorio, basta con le scelte calate dall’alto».

C’è chi fa notare che non è un caso che i no arrivino tutti da ex renziani, mentre dall’entourage di Zingaretti si fa notare che «questa discussione non è mai stata fatta». Come a dire: non c’è nessun ostacolo per l’ex premier. In ogni caso, se si voleva saggiare l’ipotesi, il risultato è stato negativo. Tanto che Conte, nel giorno dei saluti ai dipendenti di palazzo Chigi con selfie e sorrisi e dell’ultimo consiglio dei ministri, a sera si è sentito in dovere di smentire: «Non ne so nulla, non se n’è parlato. Nel senso che non me lo hanno chiesto né tantomeno mi sono mai proposto… ».

Eppure la candidatura alle suplettive potrebbe far comodo all’«alleanza per lo sviluppo sostenibile», battezzata così proprio da Conte nell’ormai famoso “discorso del tavolino” fuori da palazzo Chigi il 4 febbraio. Di fatto è l’asse tra Pd, M5S e Leu che sta tentando di restare compatto anche nella nuova era del governo Draghi e che Conte vorrebbe guidare alle prossime elezioni. Da questo punto di vista fare il portabandiera della sua coalizione in un confronto elettorale vero potrebbe essere un buon primo passo. «Sarebbe una cosa utile per rafforzare l’alleanza», dice l’ex presidente della regione Enrico Rossi.

In questi giorni regna una certa confusione sul futuro dell’avvocato del popolo: un giorno sembra pronto a candidarsi per la guida dei 5 stelle, un altro è in procinto di correre come sindaco di Roma, un altro ancora viene dato come possibile ministro di Draghi, o in un ruolo di rango europeo. Sulla candidatura a sindaco di Roma Conte ha già detto «No, grazie», così come a un ruolo da ministro.

Nei 5 stelle ci sono già troppi galli nel pollaio. Me non è escluso che l’ipotesi di una corsa per il Campidoglio come candidato di Pd e 5 stelle non torni attuale tra qualche settimana. Per ora il Pd pensa di schierare Roberto Gualtieri contro Virginia Raggi. Ma con Conte e una coalizione larga la vittoria sarebbe assicurata.