Giuseppe Conte non vuol parlare di ricatto, comunque sul caso Atlantia-Alitalia chiude la porta ad eventuali “mediazioni”: «Il governo è stato molto chiaro fin dall’inizio: Alitalia è una questione, Autostrade e il procedimento amministrativo è un’altra, la commistione tra i due piani per noi è inaccettabile». Al tempo stesso il presidente del consiglio riconosce le difficoltà, dopo la mossa della holding della famiglia Benetton che ha rimesso in discussione il progetto di una newco per l’ex compagnia di bandiera: «Per Alitalia è una situazione complicata. Ma noi faremo il possibile per assicurare alla compagnia di poter rivolare. Non c’è solo un problema occupazionale, c’è anche quello di rilanciare un asset strategico per il trasporto intermodale, anche per quanto riguarda il turismo».

Il problema è che, dopo proroghe su proroghe della gestione commissariale, la scadenza del 15 ottobre per la costituzione di una newco è dietro l’angolo. E un altro rinvio, osserva il segretario della Cgil, Maurizio Landini, porterebbe solo a nascondere ancora una volta la polvere sotto il tappeto: «C’è bisogno di avere un progetto industriale, è il momento della responsabilità da parte di tutti, compresa Atlantia, senza ricatti e forzature. Allo stesso tempo credo non si possa protrarre a lungo la discussione sulle concessioni autostradali, anche li c’è bisogno che si assuma una decisione e si facciano delle scelte coerenti». Concetti sintetizzati dalla segretaria della Cisl, Anna Maria Furlan, in un tweet: «Il rilancio di Alitalia è un banco di prova importante del governo. Ma anche i futuri azionisti devono dimostrare senso di responsabilità e coerenza. In gioco ci sono migliaia di posti di lavoro e gli interessi del paese».

Il tempo stringe, ribadisce la Fnta, Federazione nazionale del trasporto aereo che riunisce piloti ed assistenti di volo di Anpac, Anpav e An, confermando lo sciopero di 24 ore per mercoledì prossimo 9 ottobre, e inviando una lettera aperta al Mise: «Gli ultimi sviluppi sembrano allontanare la possibilità di chiudere positivamente la trattativa in corso tra Fs, Mef, Atlantia e Delta sul piano di risanamento e rilancio di Alitalia – sottolineano piloti e assistenti di volo al ministro Patuanelli – ma è urgente che la Nuova Alitalia nasca con un piano industriale forte e credibile, capace di rilanciarla definitivamente. Ci aspettiamo quindi che il governo agisca immediatamente, e generi tempestivamente le condizioni per uscire dalla gestione commissariale, oramai di fatto senza più risorse».

Anche la Filt-Cgil, che chiede al ministero dello Sviluppo economico un confronto urgente, ricorda che i soldi sono finiti: «La condizione economica dell’azienda e i fondi a disposizione in cassa – sottolinea Fabrizio Cuscito – non ci permettono di perdere più un minuto. Dopo quasi tre anni di commissariamento, serve che il governo prenda in mano la regia dell’operazione e la finalizzi positivamente. Dopo tante crisi e tanti posti di lavoro persi, non vogliamo altri licenziamenti», «È tempo che questo teatrino finisca – chiosa la Uiltrasporti con Claudio Tarlazzi e Ivan Viglietti – e che il governo faccia la sua parte».

«In Alitalia abbiamo messo dentro già 10 miliardi – ricorda il direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici Carlo Cottarelli – ci sarà pure una soluzione che consenta agli aerei di continuare a volare gestiti dal settore privato senza che lo Stato debba continuare a metterci i soldi, perché non può andare avanti così». Ma certo è che lo stop di queste ultime ore, legato anche alle difficoltà nelle trattative sul piano industriale, con gli americani di Delta che frenano sul potenziamento delle tratte a lungo raggio, le più remunerative ma anche quelle dove la stessa Delta è tradizionalmente in campo come compagnia a sé stante, fa capire che la prossima settimana sarà caldissima. Senza che sia esclusa a priori l’ipotesi di una ulteriore proroga, che però sarebbe un brutto biglietto da visita per il nuovo governo, obbligato ad aprire nuovamente i cordoni della borsa per Alitalia, dopo aver recentemente rinnovato (fino al 31 dicembre) la cassa integrazione per più di un migliaio di addetti.