«Ben venga il tentativo di mediazione per evitare rotture e scongiurare una scissione». Giuseppe Conte parlando con i suoi valuta positivamente l’organismo messo in piedi in extremis da Beppe Grillo e annunciato nella tarda serata di venerdì, quando tutto indicava che si stesse andando verso la rottura.

SI PREPARAVANO carte bollate e si scavavano le trincee tra le varie componenti. Poi, dopo un vertice a cena con Luigi Di Maio e Roberto Fico, il garante ha tirato fuori la proposta di un comitato di sette saggi che dovrebbe lavorare alle bozze di statuto, carta dei valori e codice etico, possibile punto di caduta tra i due contendenti. L’organismo ha il mandato di arrivare a una conclusione in tempi brevi, anche se non esiste un termine prefissato. Ne faranno parte, oltre al presidente della camera e il ministro degli esteri, i capigruppo alla Camera e al Senato Davide Crippa ed Ettore Licheri, la presidente del gruppo dei parlamentari europei Tiziana Beghin, il ministro dell’agricoltura e capodelegazione nel governo Stefano Patuanelli e il reggente Vito Crimi. Conte fa trapelare soddisfazione perché sostiene di aver sempre lavorato per trovare una sintesi in modo da evitare spaccature e scissioni interne, anche se non intende rinunciare ai «principi fondamentali e ai punti fermi» di cui ha parlato in questi giorni e che ha «espresso con chiarezza» nella conferenza stampa di lunedì scorso. Vale a dire piena autonomia al leader e alla sua segreteria per decidere e gestire la linea politica e sovranità del capo politico sulla sfera della comunicazione e dei rapporti con l’esterno.

LA MOSSA dei sette saggi serve a sminare il terreno dello scontro personale e scommette sul fatto che nel merito delle questioni le distanze sono meno ampie di quello che si potrebbe pensare dopo il precipitare degli eventi degli ultimi dieci giorni. Come lo stesso Grillo ha spiegato, la soluzione muove dalla sollecitazione dei senatori che avevano chiesto insieme a molti altri eletti la «parlamentarizzazione» della crisi interna: avvocato e fondatore, era la proposta, si sarebbero dovuti presentare davanti a deputati e senatori in due diverse sessioni per spiegare le loro ragioni e rispondere alle sollecitazioni. Sarebbe stata anche l’occasione per rendere pubblica la bozza di statuto che Conte ha preparato e che, in una situazione surreale, nessuno al di fuori dei legali di Grillo nessun altro ha mai letto.

IN QUESTI GIORNI, insomma, ci si è schierati sulla base delle dichiarazioni programmatiche e il posizionamento tattico, ma senza avere in mano i documenti contesi. Questa contraddizione è stata la leva che ha consentito ai parlamentari di chiedere la parola e che ha consentito a Grillo di poter dare l’annuncio che ha sbloccato la situazione.

LA SOLUZIONE viene salutata con soddisfazione da molti parlamentari, sollevati dalla possibilità che si possa evitare la rottura. «La comunità del M5S diventa di nuovo protagonista del suo destino come abbiamo richiesto – esulta ad esempio il deputato Luigi Gallo – Siamo una forza viva che sta realizzando un vero rinnovamento allargando la partecipazione. La strada è quella giusta». L’entusiasmo trascina Aldo Penna, un altro deputato, a immaginare addirittura un ticket di ferro tra i duellanti. «Se le incomprensioni tra due grandi uomini ha provocato questo terremoto, immaginiamo cosa produrrà la loro collaborazione leale».

IL PROBLEMA, in realtà, potrebbe venire esattamente da una mediazione che scaturisce dalle rispettive debolezze, dall’incertezza di ognuno dei due protagonisti dello scontro ad andare fino in fondo. Inoltre, l’escamotage del comitato sottrae centralità all’arena delle assemblee dei gruppi e costruisce una sorta di camera di compensazione tra le opposte fazioni. La road map disegnata dai pontieri prevede che una volta preparati i nuovi codici interni siano sottoposti a Conte e Grillo. Se questi dovessero dare la loro benedizione si passerebbe alla ratifica del voto online degli iscritti. sSul quale non manca la solita confusione. Bei giorni scorsi Grillo ha intimato il ritorno a Rousseau per evitare i ricorsi e dopo che, spinto anche dalla diffida di alcuni grillini vicini a Casaleggio, Crimi ha convocato l’elezione del comitato direttivo ma su altra piattaforma. Quella votazione, ha spiegato Grillo venerdì sera, adesso è congelata per consentire ai sette saggi di lavorare.