«Vogliamo richiamare l’attenzione del mondo investire sulla bellezza dell’Italia, abbiamo condiviso le nostre linee strategiche di intervento, la modernizzazione tecnologica, la transizione ecologica, l’inclusione, sociale, territoriale e di genere, la prossima settimava ragioneremo su tanti progetti concreti». Alle sei del pomeriggio, nel cortile di Villa Pamphili, posto magnifico ma anche «una sede istituzionale», il premier Conte deve spiegare ai cronisti il senso degli Stati generali dell’economia che proseguiranno per tutta la prossima settimana.

LA «BELLEZZA» del Casino del Bel respiro abbaglia, anche se è blindato per proteggere vip che però non arrivano. Ma il quid dell’appuntamento sfugge ancora. Fa risaltare ancora di più un annuncio fuori programma: il ministro Speranza annuncia la firma del contratto per l’approvvigionamento fino a 400 milioni di dosi di vaccino anticCovid da destinare a tutta la popolazione europea.
Per la giornata inaugurale Conte ha invitato a parlare – in collegamento e a porte chiuse – i maggiori rappresentanti delle istituzioni europee. Il governo italiano vuole far sapere che – primo – non ci sono crisi politiche all’orizzonte e che – secondo – è pronto a usare il fiume di soldi che arriverà dall’Europa. L’Europa a sua volta vuole essere sicura che il governo sappia «investire» questi soldi. Ma la verità è che il «piano strategico» ancora è lontano. Ma no, avvertirà severamente nel pomeriggio il governatore di Bankitalia Visco, «per molti aspetti è già stato tracciato».

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Mattarella auspica «concretezza», Conte stesso ribadisce che «se non abbiamo progetti concreti non andiamo da nessuna parte» e che sarà questo l’ordine del giorno del confronto della prossima settimana. Ma quei progetti passeranno necessariamente per il parlamento. Per questo lancia un appello alle opposizioni che hanno disertato l’appuntamento: «Se riuscirò a portare a casa il Recovery fund sarà una vittoria» ma per questo «c’è ancora da lavorare, diano una mano con paesi Visegrad nell’interesse nazionale». Salvini, impegnato in un tour fra Sicilia e Calabria, fa sapere che mentre Conte «discetta di economia» lui «sta tra le gente». Stessa musica da Giorgia Meloni: «Molti italiani aspettano ancora la Cassa integrazione di marzo».

LE INCERTEZZE RESTANO. E la vera immagine del governo, più che lo splendido Casino (di caccia) rischia di essere l’adiacente labirinto di siepi che fa da sfondo ai cronisti delle tv, tenuti a distanza. Per ragioni di sicurezza, spiega il cerimoniale di Chigi, che però incassa la protesta della Federazione della stampa e dell’Associazione stampa parlamentare.

AD APRIRE LE DANZE è la presidente della Commissione Ue Ursula von der Layen, nel suo generoso italiano teutonico: «L’Europa s’è desta», dice, ma «ha bisogno di un’Italia forte», «con le riforme giuste». David Sassoli, presidente del parlamento europeo, spiega che la risposta della Ue alla crisi «è di portata storica», ma «caro presidente Conte bisogna fare in fretta», «Semplificare, garantire efficienza nel pubblico e nel privato, agire con tempestività. L’Ue sta indicando il porto da raggiungere, i governi europei fissino la rotta e tengano la mano salda sul timone»

LE SUE PAROLE FORNISCONO finalmente una chiave per la giornata. Il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, dopo i complimenti di rito all’Italia che «ha salvato vite» durante il contagio, passa al sodo. La riunione del 19 giugno non sarà una passeggiata di salute: «Ora più che mai questi negoziati sono irti di difficoltà», dice, alludendo ai paesi rigoristi, «La strada è ancora lunga». Anche il governatore Visco avverte: «L’elevata incertezza nell’economia non deve costituire una scusa per non agire, è al contrario una ragione ulteriore per rafforzare da subito l’economia e per muoversi lungo un disegno organico di riforme, che per molti aspetti è già stato tracciato».

CONTE SPIEGA che fra i primi obiettivi c’è la riforma fiscale, la sburocratizzazione e la lotta all’evasione (ma non con la volontary disclosure del piano Colao) e assicura: «Non vogliamo sprecare neanche un euro, non ci accontenteremo di ripristinare lo status quo, miglioreremo il Paese».

MA IL «PIANO DI RIFORME» potrebbe impegnare mesi il parlamento. E invece l’utilizzo dei fondi richiede progetti già perfezionati entro fine anno. Prima, c’è solo la possibilità del Mes, di cui però ancora i 5 stelle non vogliono sentire parlare: l’ipotesi passerà solo ben nascosta in una mozione generale.

IN PARLAMENTO INFATTI ad aspettare non c’è solo la promessa di battaglia dei nazionalisti, contrari a tutto il pacchetto Ue, ma anche qualche divergenza (di troppo) nella maggioranza. E non solo sul Mes. Il Pd lamenta «troppi dossier fermi» alludendo a Alitalia e Arcelor Mittal. C’è la vendita delle navi militari all’Egitto, sul quale domani si aprirà un conflitto nello stesso Pd in nome della verità sulla morte di Giulio Regeni. Conte pattina sul tema: «Ogni opinione della famiglia Regeni merita rispetto. Meritano rispetto anche gli sforzi del governo italiano per l’accertamento della verità». Quali sforzi, dovrà presto dirlo alla commissione parlamentare d’inchiesta che lo ha convocato. E ancora, la modifica dei decreti Salvini. Una parte dei 5 stelle frena. «È nel programma di governo», assicura Conte, «Non c’è nessuna fibrillazione nella maggioranza».