Inarrestabili banchi di sardine attraversano le piovose piazze italiane sulla scia dell’odiatore seriale a capo della Lega. Una sorta di pacifici anticorpi che sembrano svilupparsi naturalmente come una contagiosa reazione a catena contro i cattivi umori accumulati negli ultimi anni fino a rendere irrespirabile l’aria della convivenza civile.

Contro le destre, i cittadini con o senza tessera, esprimono un bisogno fisico di occupare lo spazio civico della piazza comunale, e ormai gli appuntamenti si moltiplicano fino a perdere il conto delle città che «non si legano». Le sardine sannite, quelle sorrentine, milanesi, romane e fiorentine sono senza bandiere di partito, perché non le unisce una sigla o un apparato, ma un simbolo mite e collettivo.

Operose e creative per natura, si incontrano su Facebook formando banchi disciplinati composti da migliaia di esemplari che volentieri si uniscono anche a banchi di altre specie, con un massimo picco nell’inverno. Siamo dunque nella stagione giusta e il processo di travolgente riproduzione lo conferma.
Cavalcarle non è semplice non tanto perché hanno una pelle leggermente squamosa, ma soprattutto per il fatto che sanno chi sono e nuotano in mare aperto come il Pd non è più capace di fare. E fa bene il segretario Zingaretti a riconoscere queste spontanee esplosioni di democrazia popolare, ironica ribellione all’odio e alla violenza delle destre, come ieri spontaneamente si ribellavano al berlusconismo con i girotondi o il popolo viola. Scavalcando allora il Pds-Ds, oggi il Pd.

Come per il movimento dei ragazzi contro il rischio di sopravvivenza del pianeta, come per le donne contro la violenza omicida degli uomini, anche queste piazze parlano di partecipazione e opposizione, facendo risaltare il distacco dai partiti, sul piano culturale ancor prima che politico.

Ambiente, pacifismo, femminismo, civismo, sulle note di Bella ciao, più naturalmente guardano a sinistra ma chi volesse inscatolarle nelle urne con qualche amo colorato facilmente sarebbe preso a pesci in faccia.